L’Osservatorio sul Turismo di SRM giunge alla seconda edizione, evidenziando numeri, sfide e potenzialità della filiera turistica, nonché possibili linee di policy per la crescita sostenibile del comparto in Italia e in modo particolare nel Mezzogiorno. Ponendo al centro dell’attenzione il tema territoriale ed imprenditoriale della filiera turistica, si sviluppano elaborazioni ed interpretazioni sulle tendenze e le caratteristiche del settore, con un approfondimento specifico al Mezzogiorno. In continuità con la passata edizione il tema è elaborato attraverso alcuni grandi pilastri che, da un lato, tracciano un quadro dell’assetto attuale del settore – in particolare con riferimento alla struttura della domanda (flussi, stagionalità, tematismi) e dell’offerta – dall’altro si concentrano sul ruolo delle imprese, sulla competitività dei territori e sulle nuove tendenze che possono incidere sulla sua crescita. Anche per meglio affrontare tutte queste tematiche, alla base dell’elaborazione del Rapporto 2024 c’è la presenza di una fitta ed importante rete di collaborazione tra SRM e altri attori del panorama scientifico nazionale interessati al tema del Turismo. In particolare, hanno collaborato alla stesura del Rapporto l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, l’Istat, Medcruise, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli, il Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, il Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e l’Università degli Studi di Bergamo. A tutti loro, va un sentito ringraziamento per il prezioso contributo apportato alla pubblicazione. Per entrare nel merito del lavoro, punto di partenza è lo scenario turistico internazionale con l’analisi delle caratteristiche e delle tendenze nazionali e territoriali, con un focus specifico sul Mezzogiorno. In tale ambito viene, inoltre, elaborato un modello previsionale della domanda turistica e di stima del relativo impatto economico sui territori italiani per l’anno 2024. A seguire, prosegue l’analisi della competitività turistica delle 98 regioni dei quattro principali paesi dell’Ue dal punto di vista turistico: Germania, Francia, Spagna e Italia; anche quest’anno, attraverso l’aggiornamento degli Indici sintetici di Competitività, proponiamo una lettura delle performance del nostro Paese su questi temi. Un’attenzione particolare è poi dedicata alla trasformazione digitale, che sta interessando sempre più il turismo e la cultura nelle sue diverse forme ridefinendo il modo di vivere l’esperienza turistica. Si analizza, successivamente, il valore che il turismo genera nelle realtà territoriali attraverso la stima dell’impatto economico e ci si sofferma sul “moltiplicatore di presenza turistica” per evidenziare la relazione in essere tra il turismo - specie di qualità - e la crescita economica dei territori. E sempre per la crescita di quest’ultimi si sottolinea l’importanza di alcune nuove leve per l’attrattività turistica, quali le aree interne, il turismo sociale e quello enogastronomico. Grande interesse, infine, è riservato alle imprese, alle loro dinamiche, ai processi di transizione in atto. L’analisi di bilancio del settore turistico-ricettivo mostra le performance economiche passate delle imprese, mentre una specifica Survey sul comparto alberghiero permette di scoprire la vision degli imprenditori, le tendenze e i segnali di cambiamento legati al nuovo contesto in essere. Dal rapporto emerge un proseguimento della crescita del settore turistico nel 2023 e prospettive positive anche per gli anni successivi. In particolare, nel 2024 si prevede, per l’Italia, una crescita delle presenze del +3,6% rispetto al 2023 che arrivano a 463,2 milioni, il 106,1% del dato del 2019. Trend positivo anche per il Mezzogiorno dove si stimano 89 milioni di presenze turistiche, +3,3% rispetto al 2023 ed un sorpasso della domanda sul 2019 del 102,8 %. Con questi numeri si stima la realizzazione di un Pil turistico di oltre 103,6 miliardi di € di cui il 24% nel territorio meridionale (24,9 miliardi €). È evidente che il turismo negli ultimi anni vada quindi rafforzando la sua resilienza grazie ad una domanda sempre più dinamica. Tuttavia, per cogliere le sfide e le opportunità future, l’aumento delle presenze non può essere più l’unico obiettivo del mercato turistico, ma deve integrarsi con quello della qualità. A tal fine, indispensabile per un “Turismo che Cambia e si Innova” è l’adozione di un sistema d’offerta turistica improntato sulle cosiddette cinque D: Destagionalizzazione, Delocalizzazione, Diversificazione, Digitalizzazione, Dimensione imprenditoriale. Cinque driver che consentono al settore nazionale e soprattutto meridionale di costruire le basi per una crescita solida, sostenibile con risvolti economici positivi e duraturi, anche in considerazione dell’overtourism e di altri fenomeni di alert futuri come fattori geopolitici e climate change. Diversificazione. Tra le tendenze future, non solo nuove destinazioni ma anche nuovi viaggiatori, con maggiori capacità di spesa, la cui presenza è prevista crescere nel prossimo futuro. Più l’offerta turistica sarà integrata più aumenterà la capacità di riuscire ad intercettare la nuova domanda. Il nostro Paese può contare su tematismi sempre più significativi per uno sviluppo sostenibile del settore e dei territori, soprattutto al Sud: cultura e tradizioni, mare, enogastronomia, natura. Si ricorda, inoltre, che l’impatto economico di un sistema d’offerta che integri più tematismi sarà maggiore: il moltiplicatore delle presenze di un’offerta monotematica (es. balneare 128,2 €) cresce se quest’ultima è combinata con altri tematismi (es. balneare144 €, culturale 145 €, enogastronomico 151,7 €). Destagionalizzazione. Concentrare le presenze in determinati periodi può causare problemi per la destinazione e per le strutture stesse. È importante ricordare che, oltre al mercato della stagione estiva, esiste un mercato più piccolo ma con rilevanti potenzialità di crescita sul quale è opportuno investire per attirare flussi con altre motivazioni, in altri periodi, garantendo così la sostenibilità dell’intero sistema. Ciò vale in modo particolare per il Mezzogiorno, le cui potenzialità pluritematiche dell’offerta attribuiscono all’area ancora margini per far crescere il moltiplicatore del settore, sia in termini quantitativi che qualitativi (una crescita stimabile nel medio periodo in circa il +20%). Delocalizzazione. Le “Aree interne” e quelle di prossimità alle grandi mete turistiche rappresentano luoghi di offerta turistica alternativi che possono decongestionare i grandi centri dalla pressione turistica esercitando comunque un appeal rilevante grazie alla presenza di siti archeologici, borghi, parchi e aree protette, beni e siti UNESCO e ad un vasto patrimonio enogastronomico. Rappresentano, quindi, per le imprese, uno “spazio possibile” con un alto potenziale attrattivo su cui lavorare. Digitalizzazione. Le tecnologie digitali e l’attenzione ai fattori ESG stanno ridefinendo le modalità di fruizione dell’esperienza turistica. Le imprese del settore non possono rinviare l’impegno nella riqualificazione tecnologica e sostenibile del patrimonio esistente, anche per meglio monitorare e gestire i cambiamenti e capire come influenzare i comportamenti dei turisti. Dalla survey SRM emerge che il 25% degli investimenti realizzati nell’ultimo triennio ha riguardato gli obiettivi di sostenibilità e di digitalizzazione dell’offerta e dei servizi; al Sud la percentuale sale al 39%. Dimensione imprenditoriale. La quota di imprese che dichiarano un aumento di fatturato rispetto al 2019 passa dal 34% delle strutture con meno di 30 posti letto al 69% di quelle con più di 100 posti letto. Esiste quindi una relazione diretta tra la dimensione aziendale e i risultati ottenuti. Per un turismo sempre più digitale, tecnologico, sostenibile, internazionale è necessario puntare su un adeguato dimensionamento, anche attraverso collaborazioni e reti, nonché ad una maggiore attenzione alla formazione professionale e manageriale. La dimensione è quindi un fattore importante per riuscire a cogliere le grandi trasformazioni del settore, ciò vale in modo particolare per il Mezzogiorno.
Rapporto annuale TURISMO & TERRITORIO Tendenze, impatti e dinamiche d’impresa - Focus Mezzogiorno
Angela Stefania Bergantino;Alessandro Buongiorno;Maria Grazia Cito;Marco Fortunato
2024-01-01
Abstract
L’Osservatorio sul Turismo di SRM giunge alla seconda edizione, evidenziando numeri, sfide e potenzialità della filiera turistica, nonché possibili linee di policy per la crescita sostenibile del comparto in Italia e in modo particolare nel Mezzogiorno. Ponendo al centro dell’attenzione il tema territoriale ed imprenditoriale della filiera turistica, si sviluppano elaborazioni ed interpretazioni sulle tendenze e le caratteristiche del settore, con un approfondimento specifico al Mezzogiorno. In continuità con la passata edizione il tema è elaborato attraverso alcuni grandi pilastri che, da un lato, tracciano un quadro dell’assetto attuale del settore – in particolare con riferimento alla struttura della domanda (flussi, stagionalità, tematismi) e dell’offerta – dall’altro si concentrano sul ruolo delle imprese, sulla competitività dei territori e sulle nuove tendenze che possono incidere sulla sua crescita. Anche per meglio affrontare tutte queste tematiche, alla base dell’elaborazione del Rapporto 2024 c’è la presenza di una fitta ed importante rete di collaborazione tra SRM e altri attori del panorama scientifico nazionale interessati al tema del Turismo. In particolare, hanno collaborato alla stesura del Rapporto l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, l’Istat, Medcruise, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli, il Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, il Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e l’Università degli Studi di Bergamo. A tutti loro, va un sentito ringraziamento per il prezioso contributo apportato alla pubblicazione. Per entrare nel merito del lavoro, punto di partenza è lo scenario turistico internazionale con l’analisi delle caratteristiche e delle tendenze nazionali e territoriali, con un focus specifico sul Mezzogiorno. In tale ambito viene, inoltre, elaborato un modello previsionale della domanda turistica e di stima del relativo impatto economico sui territori italiani per l’anno 2024. A seguire, prosegue l’analisi della competitività turistica delle 98 regioni dei quattro principali paesi dell’Ue dal punto di vista turistico: Germania, Francia, Spagna e Italia; anche quest’anno, attraverso l’aggiornamento degli Indici sintetici di Competitività, proponiamo una lettura delle performance del nostro Paese su questi temi. Un’attenzione particolare è poi dedicata alla trasformazione digitale, che sta interessando sempre più il turismo e la cultura nelle sue diverse forme ridefinendo il modo di vivere l’esperienza turistica. Si analizza, successivamente, il valore che il turismo genera nelle realtà territoriali attraverso la stima dell’impatto economico e ci si sofferma sul “moltiplicatore di presenza turistica” per evidenziare la relazione in essere tra il turismo - specie di qualità - e la crescita economica dei territori. E sempre per la crescita di quest’ultimi si sottolinea l’importanza di alcune nuove leve per l’attrattività turistica, quali le aree interne, il turismo sociale e quello enogastronomico. Grande interesse, infine, è riservato alle imprese, alle loro dinamiche, ai processi di transizione in atto. L’analisi di bilancio del settore turistico-ricettivo mostra le performance economiche passate delle imprese, mentre una specifica Survey sul comparto alberghiero permette di scoprire la vision degli imprenditori, le tendenze e i segnali di cambiamento legati al nuovo contesto in essere. Dal rapporto emerge un proseguimento della crescita del settore turistico nel 2023 e prospettive positive anche per gli anni successivi. In particolare, nel 2024 si prevede, per l’Italia, una crescita delle presenze del +3,6% rispetto al 2023 che arrivano a 463,2 milioni, il 106,1% del dato del 2019. Trend positivo anche per il Mezzogiorno dove si stimano 89 milioni di presenze turistiche, +3,3% rispetto al 2023 ed un sorpasso della domanda sul 2019 del 102,8 %. Con questi numeri si stima la realizzazione di un Pil turistico di oltre 103,6 miliardi di € di cui il 24% nel territorio meridionale (24,9 miliardi €). È evidente che il turismo negli ultimi anni vada quindi rafforzando la sua resilienza grazie ad una domanda sempre più dinamica. Tuttavia, per cogliere le sfide e le opportunità future, l’aumento delle presenze non può essere più l’unico obiettivo del mercato turistico, ma deve integrarsi con quello della qualità. A tal fine, indispensabile per un “Turismo che Cambia e si Innova” è l’adozione di un sistema d’offerta turistica improntato sulle cosiddette cinque D: Destagionalizzazione, Delocalizzazione, Diversificazione, Digitalizzazione, Dimensione imprenditoriale. Cinque driver che consentono al settore nazionale e soprattutto meridionale di costruire le basi per una crescita solida, sostenibile con risvolti economici positivi e duraturi, anche in considerazione dell’overtourism e di altri fenomeni di alert futuri come fattori geopolitici e climate change. Diversificazione. Tra le tendenze future, non solo nuove destinazioni ma anche nuovi viaggiatori, con maggiori capacità di spesa, la cui presenza è prevista crescere nel prossimo futuro. Più l’offerta turistica sarà integrata più aumenterà la capacità di riuscire ad intercettare la nuova domanda. Il nostro Paese può contare su tematismi sempre più significativi per uno sviluppo sostenibile del settore e dei territori, soprattutto al Sud: cultura e tradizioni, mare, enogastronomia, natura. Si ricorda, inoltre, che l’impatto economico di un sistema d’offerta che integri più tematismi sarà maggiore: il moltiplicatore delle presenze di un’offerta monotematica (es. balneare 128,2 €) cresce se quest’ultima è combinata con altri tematismi (es. balneare144 €, culturale 145 €, enogastronomico 151,7 €). Destagionalizzazione. Concentrare le presenze in determinati periodi può causare problemi per la destinazione e per le strutture stesse. È importante ricordare che, oltre al mercato della stagione estiva, esiste un mercato più piccolo ma con rilevanti potenzialità di crescita sul quale è opportuno investire per attirare flussi con altre motivazioni, in altri periodi, garantendo così la sostenibilità dell’intero sistema. Ciò vale in modo particolare per il Mezzogiorno, le cui potenzialità pluritematiche dell’offerta attribuiscono all’area ancora margini per far crescere il moltiplicatore del settore, sia in termini quantitativi che qualitativi (una crescita stimabile nel medio periodo in circa il +20%). Delocalizzazione. Le “Aree interne” e quelle di prossimità alle grandi mete turistiche rappresentano luoghi di offerta turistica alternativi che possono decongestionare i grandi centri dalla pressione turistica esercitando comunque un appeal rilevante grazie alla presenza di siti archeologici, borghi, parchi e aree protette, beni e siti UNESCO e ad un vasto patrimonio enogastronomico. Rappresentano, quindi, per le imprese, uno “spazio possibile” con un alto potenziale attrattivo su cui lavorare. Digitalizzazione. Le tecnologie digitali e l’attenzione ai fattori ESG stanno ridefinendo le modalità di fruizione dell’esperienza turistica. Le imprese del settore non possono rinviare l’impegno nella riqualificazione tecnologica e sostenibile del patrimonio esistente, anche per meglio monitorare e gestire i cambiamenti e capire come influenzare i comportamenti dei turisti. Dalla survey SRM emerge che il 25% degli investimenti realizzati nell’ultimo triennio ha riguardato gli obiettivi di sostenibilità e di digitalizzazione dell’offerta e dei servizi; al Sud la percentuale sale al 39%. Dimensione imprenditoriale. La quota di imprese che dichiarano un aumento di fatturato rispetto al 2019 passa dal 34% delle strutture con meno di 30 posti letto al 69% di quelle con più di 100 posti letto. Esiste quindi una relazione diretta tra la dimensione aziendale e i risultati ottenuti. Per un turismo sempre più digitale, tecnologico, sostenibile, internazionale è necessario puntare su un adeguato dimensionamento, anche attraverso collaborazioni e reti, nonché ad una maggiore attenzione alla formazione professionale e manageriale. La dimensione è quindi un fattore importante per riuscire a cogliere le grandi trasformazioni del settore, ciò vale in modo particolare per il Mezzogiorno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.