La resilienza degli atti di destinazione

The essay analyses the hermeneutic contribution of Ubaldo La Porta to the recognition of conceptual autonomy and the resilience of the destination act ex art. 2645 ter, an institute opposed by legal scholarship and jurisprudence since its introduction in the civil code. The gradual admission of the existence of elements of negotiation in the destination constraints leads to considering “partial family self-destination” admissible, which diverges from the hypotheses of self-destination due to the non-complete coincidence of the settlor and the beneficiary. Finally, the role of the notary is analyzed with respect to acts of extraordinary administration relating to minors and subjects lacking in whole or in part autonomy, such as deeds of destination in the interest of minors, after the Cartabia Reform (art. 21 d.lg. 149/2022), in the newly introduced alternative between judicial and notarial authorization.

Il saggio analizza il contributo ermeneutico di Ubaldo La Porta al riconoscimento dell’autonomia concettuale e alla resilienza dell’atto di destinazione ex art. 2645 ter, istituto avversato dalla dottrina e dalla giurisprudenza fin dalla sua introduzione nel c.c. La graduale ammissione della sussistenza di elementi di negozialità nei vincoli di destinazione induce a considerare ammissibile l’“autodestinazione parziale familiare”, che diverge dalle ipotesi di autodestinazione per non integrale coincidenza del soggetto disponente e di quello beneficiario. Infine, si analizza il ruolo del notaio rispetto agli atti di straordinaria amministrazione relativi ai minori e ai soggetti privi in tutto o in parte di autonomia, come gli atti di destinazione nell’interesse dei minori, dopo la Riforma Cartabia (art. 21 d.lg. 149/2022), nella neointrodotta alternatività tra autorizzazione giudiziale e notarile.