L’evoluzione normativa europea e internazionale, la necessaria revisione “ecologica” degli artt. 9 e 41 della nostra Costituzione, il divario tra la conoscenza delle problematiche ambientali da parte della giurisprudenza amministrativa, perfino riguardo agli spinosi profili civilistici, e il lento e tardivo coinvolgimento della giurisprudenza di legittimità, anche a Sezioni unite, sono le premesse che orientano la selezione dei problemi ambientali e richiedono l’intervento del civilista. L’elaborazione del “diritto civile dell’ambiente” segna il passaggio dall’isolamento dei temi all’analisi e alla ricerca di soluzioni ecologiche ai problemi. Il lavoro ripercorre l’iter evolutivo della materia, dalle categorie dei beni (culturali, paesaggistici, ambientali, cui si aggiunge la nuova concezione dei rifiuti come risorse) alle nuove soggettività di rilevanza costituzionale (generazioni future e animali); dai molteplici statuti della proprietà alla declinazione dell’autonomia negoziale e dell’iniziativa economica privata nell’interesse non solo individuale, ma sociale e ambientale; dalla responsabilità civile intesa in senso classico alla responsabilità ambientale italo-europea. La rilettura ecologica delle categorie civilistiche impone, altresì, il superamento di principi tralatizi, come l’autonomia patrimoniale, che non può costituire, nell’intreccio tra obbligazioni privatistiche e pubblicistiche, un escamotage per sottrarsi a oneri ambientali nell’interesse delle generazioni presenti e future, in violazione dei principi ambientali italo-europei.
I problemi civilistici del diritto dell'ambiente
Valeria Corriero
2024-01-01
Abstract
L’evoluzione normativa europea e internazionale, la necessaria revisione “ecologica” degli artt. 9 e 41 della nostra Costituzione, il divario tra la conoscenza delle problematiche ambientali da parte della giurisprudenza amministrativa, perfino riguardo agli spinosi profili civilistici, e il lento e tardivo coinvolgimento della giurisprudenza di legittimità, anche a Sezioni unite, sono le premesse che orientano la selezione dei problemi ambientali e richiedono l’intervento del civilista. L’elaborazione del “diritto civile dell’ambiente” segna il passaggio dall’isolamento dei temi all’analisi e alla ricerca di soluzioni ecologiche ai problemi. Il lavoro ripercorre l’iter evolutivo della materia, dalle categorie dei beni (culturali, paesaggistici, ambientali, cui si aggiunge la nuova concezione dei rifiuti come risorse) alle nuove soggettività di rilevanza costituzionale (generazioni future e animali); dai molteplici statuti della proprietà alla declinazione dell’autonomia negoziale e dell’iniziativa economica privata nell’interesse non solo individuale, ma sociale e ambientale; dalla responsabilità civile intesa in senso classico alla responsabilità ambientale italo-europea. La rilettura ecologica delle categorie civilistiche impone, altresì, il superamento di principi tralatizi, come l’autonomia patrimoniale, che non può costituire, nell’intreccio tra obbligazioni privatistiche e pubblicistiche, un escamotage per sottrarsi a oneri ambientali nell’interesse delle generazioni presenti e future, in violazione dei principi ambientali italo-europei.File | Dimensione | Formato | |
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