Nel corso della prima metà degli anni Settanta, Edwige Fenech è più volte protagonista di pellicole appartenenti al genere del sexy thriller all’italiana. In netta antinomia con i ruoli leggeri che abbraccerà nella decade successiva, l’attrice incarna in questi lungometraggi figure femminili complesse e sfaccettate, le quali emergono sulla scena come elementi destabilizzanti, capaci cioè di compromettere la stabilità dell’ordine precostituito, in ottica individuale, famigliare e sociale. In particolare, nel trittico di pellicole dirette da Sergio Martino – composto da Lo strano vizio della signora Wardh (1970), Tutti i colori del buio (1972) e Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972) –, le varie personagge da lei interpretate, tra loro affini, problematizzano e stratificano il costrutto di “tenebrosa”, dialogando anche con modelli altri, e intensificano altresì una costante connotazione perturbante. Il presente intervento mira a riflettere sulla costruzione delle figure femminili interpretate da Edwige Fenech nei sexy thriller all’italiana. Dopo un breve introduzione incentrata sull’attrice e sul rapporto che essa stringe con il genere tout court, l’analisi si concentrerà in particolare sui tre lungometraggi di Sergio Martino che la vedono protagonista e sulla conseguente messa in scena della specifica declinazione di “tenebrosa” da lei personificata. Indagando Julie Wardh, Jane Harrison e la più particolare Floriana, si rintracceranno gli elementi comuni che ne guidano la complessa configurazione, focalizzandosi nello specifico sulla sessualità apparentemente libera come elemento di disturbo e di appagamento, sulla forte messa in crisi della regolamentazione famigliare (patriarcale in primis, ma anche inaspettatamente matriarcale) e sul rapporto conflittuale con le norme sociali, simboleggiate emblematicamente dall’invasiva e problematica presenza di istituzioni di controllo.

Strani vizi, stanze chiuse e i colori del buio. Edwige Fenech e i sexy thriller all’italiana

Landrini, Gabriele
2024-01-01

Abstract

Nel corso della prima metà degli anni Settanta, Edwige Fenech è più volte protagonista di pellicole appartenenti al genere del sexy thriller all’italiana. In netta antinomia con i ruoli leggeri che abbraccerà nella decade successiva, l’attrice incarna in questi lungometraggi figure femminili complesse e sfaccettate, le quali emergono sulla scena come elementi destabilizzanti, capaci cioè di compromettere la stabilità dell’ordine precostituito, in ottica individuale, famigliare e sociale. In particolare, nel trittico di pellicole dirette da Sergio Martino – composto da Lo strano vizio della signora Wardh (1970), Tutti i colori del buio (1972) e Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972) –, le varie personagge da lei interpretate, tra loro affini, problematizzano e stratificano il costrutto di “tenebrosa”, dialogando anche con modelli altri, e intensificano altresì una costante connotazione perturbante. Il presente intervento mira a riflettere sulla costruzione delle figure femminili interpretate da Edwige Fenech nei sexy thriller all’italiana. Dopo un breve introduzione incentrata sull’attrice e sul rapporto che essa stringe con il genere tout court, l’analisi si concentrerà in particolare sui tre lungometraggi di Sergio Martino che la vedono protagonista e sulla conseguente messa in scena della specifica declinazione di “tenebrosa” da lei personificata. Indagando Julie Wardh, Jane Harrison e la più particolare Floriana, si rintracceranno gli elementi comuni che ne guidano la complessa configurazione, focalizzandosi nello specifico sulla sessualità apparentemente libera come elemento di disturbo e di appagamento, sulla forte messa in crisi della regolamentazione famigliare (patriarcale in primis, ma anche inaspettatamente matriarcale) e sul rapporto conflittuale con le norme sociali, simboleggiate emblematicamente dall’invasiva e problematica presenza di istituzioni di controllo.
2024
9788846769534
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