La decisione del Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Pugliese del 22 marzo 2023, da cui prende spunto questo lavoro, affronta una causa che si conclude con la dichiarazione di nullità di matrimonio per grave difetto di discrezione di giudizio da parte dell’attore circa i diritti e i doveri essenziali del matrimonio da dare e da accettare reciprocamente (can. 1095, n. 2 c.i.c). Nello specifico, il giudice stabiliva che l’attore manifestava una dipendenza da lavoro, la cui natura e i sintomi evidenziano la precaria condizione di dipendenza di colui che soffre a causa dell’incapacità di agire secondo la propria volontà. La sindrome della work addiction (dipendenza da lavoro), affrontata per la prima volta nel 1971, consiste in un comportamento patologico di un individuo che dedica la gran parte del proprio tempo al lavoro, spendendo molte delle proprie energie in esso. Tale comportamento, oltre ad avere delle conseguenze sul “malato” che sarà privato del tempo libero, avrà ripercussioni anche sulla propria famiglia e sulla vita sociale sino a provocare danni a sè stesso e alle persone vicine. La work addiction rientra nell’ambito delle nuove dipendenze che si vanno sempre più diffondendo nella società moderna: esistono numerose forme di dipendenza che si distinguono in relazionali (dai genitori, dal coniuge, dal datore di lavoro), oggettuali (da cibo, alcool e droga) e comportamentali (gioco d’azzardo, lavoro, internet, shopping compulsivo, sesso, alimentazione). Esse (new addiction) derivano da comportamenti umani regolari che possono diventare patologici. La difficoltà nell’individuare il confine all’interno del quale si parla di normale comportamento e oltre cui si scivola nella patologia è complesso soprattutto quando ci si riferisce a patologie non condizionate dall’uso di sostanze e soprattutto, come nel caso della dipendenza da lavoro, di addiction non esplicitamente previste dal Manuale dei disordini mentali (DSM). Ciò significa che, con riferimento al matrimonio canonico, sarà necessario esaminare e valutare la capacità critica della persona, la libertà di scelta e l’intenzionalità ad assumere l’impegno a realizzare un consortium totius vitae.

La work addiction: dal senso del dovere alla dipendenza

Raffaella Losurdo
2023-01-01

Abstract

La decisione del Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Pugliese del 22 marzo 2023, da cui prende spunto questo lavoro, affronta una causa che si conclude con la dichiarazione di nullità di matrimonio per grave difetto di discrezione di giudizio da parte dell’attore circa i diritti e i doveri essenziali del matrimonio da dare e da accettare reciprocamente (can. 1095, n. 2 c.i.c). Nello specifico, il giudice stabiliva che l’attore manifestava una dipendenza da lavoro, la cui natura e i sintomi evidenziano la precaria condizione di dipendenza di colui che soffre a causa dell’incapacità di agire secondo la propria volontà. La sindrome della work addiction (dipendenza da lavoro), affrontata per la prima volta nel 1971, consiste in un comportamento patologico di un individuo che dedica la gran parte del proprio tempo al lavoro, spendendo molte delle proprie energie in esso. Tale comportamento, oltre ad avere delle conseguenze sul “malato” che sarà privato del tempo libero, avrà ripercussioni anche sulla propria famiglia e sulla vita sociale sino a provocare danni a sè stesso e alle persone vicine. La work addiction rientra nell’ambito delle nuove dipendenze che si vanno sempre più diffondendo nella società moderna: esistono numerose forme di dipendenza che si distinguono in relazionali (dai genitori, dal coniuge, dal datore di lavoro), oggettuali (da cibo, alcool e droga) e comportamentali (gioco d’azzardo, lavoro, internet, shopping compulsivo, sesso, alimentazione). Esse (new addiction) derivano da comportamenti umani regolari che possono diventare patologici. La difficoltà nell’individuare il confine all’interno del quale si parla di normale comportamento e oltre cui si scivola nella patologia è complesso soprattutto quando ci si riferisce a patologie non condizionate dall’uso di sostanze e soprattutto, come nel caso della dipendenza da lavoro, di addiction non esplicitamente previste dal Manuale dei disordini mentali (DSM). Ciò significa che, con riferimento al matrimonio canonico, sarà necessario esaminare e valutare la capacità critica della persona, la libertà di scelta e l’intenzionalità ad assumere l’impegno a realizzare un consortium totius vitae.
2023
979-12-5965-307-9
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