L'a., dopo aver esaminato il significato della buona fede oggettiva sul piano contrattuale alla luce del metodo sistematico-assiologico e della prassi giurisprudenziale, cala il discorso nel contesto del nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lg. 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche) al fine di cogliere l'incidenza della buona fede nella interpretazione ed esecuzione dei contratti della p.a. Si indaga, così, la rilevanza ermeneutica della delibera di autorizzazione a contrarre e degli atti che costituiscono il procedimento di conclusione del contratto (bando di gara pubblica, lettere di invito ad una procedura "ristretta" o di "dialogo competitivo"), ponendo in particolare evidenza, da un lato, la priorità dei criteri di interpretazione c.d. oggettiva e la sinergia tra clausola di buona fede e principio di conservazione degli effetti; dall'altro, l'applicabilità della clausola stessa ai rapporti contrattuali tra privati e p.a., nonostante taluni orientamenti giurisprudenziali che ne limitano l'applicabilità ai soli rapporti tra privati. Quanto al piano della esecuzione dei contratti della p.a., la conformazione del medesimo a buona fede si valorizza mediante la serrata analisi di figure quali la mora credendi, il recesso della p.a., l'obbligo di rinegoziazione, la risoluzione del contratto, lo ius variandi, la revisione del prezzo, l'esclusione da gare, l'adempimento di obbligazioni pecuniarie, la riduzione della penale, lo studio delle quali approda alla centralità della clausola di buona fede nella costruzione di un "diritto comune" svincolato dalla rigida dicotomia "diritto privato-diritto pubblico".

Il ruolo della buona fede nell’interpretazione e nell’esecuzione dei contratti della pubblica amministrazione

PENNASILICO, Mauro
2007-01-01

Abstract

L'a., dopo aver esaminato il significato della buona fede oggettiva sul piano contrattuale alla luce del metodo sistematico-assiologico e della prassi giurisprudenziale, cala il discorso nel contesto del nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lg. 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche) al fine di cogliere l'incidenza della buona fede nella interpretazione ed esecuzione dei contratti della p.a. Si indaga, così, la rilevanza ermeneutica della delibera di autorizzazione a contrarre e degli atti che costituiscono il procedimento di conclusione del contratto (bando di gara pubblica, lettere di invito ad una procedura "ristretta" o di "dialogo competitivo"), ponendo in particolare evidenza, da un lato, la priorità dei criteri di interpretazione c.d. oggettiva e la sinergia tra clausola di buona fede e principio di conservazione degli effetti; dall'altro, l'applicabilità della clausola stessa ai rapporti contrattuali tra privati e p.a., nonostante taluni orientamenti giurisprudenziali che ne limitano l'applicabilità ai soli rapporti tra privati. Quanto al piano della esecuzione dei contratti della p.a., la conformazione del medesimo a buona fede si valorizza mediante la serrata analisi di figure quali la mora credendi, il recesso della p.a., l'obbligo di rinegoziazione, la risoluzione del contratto, lo ius variandi, la revisione del prezzo, l'esclusione da gare, l'adempimento di obbligazioni pecuniarie, la riduzione della penale, lo studio delle quali approda alla centralità della clausola di buona fede nella costruzione di un "diritto comune" svincolato dalla rigida dicotomia "diritto privato-diritto pubblico".
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