In un passaggio del testo di presentazione di questo CfP di Dialettica e filosofia si invitava a “tornare a riflettere sulla struttura del desiderio in Hegel”, il che “vuol dire provare sia a ripensare l’uomo in quanto soggettività generica e storica, detentrice di libertà universali, sia parlare di uomini, donne e soggettività sociali e politiche concrete e plurali. Vuol dire, individuare quell’animale sociale che, in un orizzonte decisamente relazionale, reclama irriducibilità ad altro, irripetibilità psicofisica”. Una simile doppiezza impressa nell’esigenza di tornare a riflettere sul desiderio in Hegel, quel sia … sia così esplicitato nel testo (“vuol dire […] provare sia a ripensare[…] sia parlare”), ha convinto anche me a compiere un ritorno all’opera, a rileggere quei luoghi della Fenomenologia da cui questa – come ogni possibile altra – interpretazione ha mosso i suoi passi, spingendosi avanti e insieme nel profondo dei differenti significati che il termine “desiderio” può assumere. Desiderio e desideri. Con Hegel, non solo con Hegel, come infatti il titolo del volume recita. Quel che segue costituisce, se così si può dire, il resoconto di un tale ritorno al testo, un ritorno dal ritorno.
I “desideri” di Hegel, Saggio introduttivo a: C. M. Fabiani (a cura di) Desiderio e desideri. Con Hegel, non solo con Hegel
Antonio Carnevale
Conceptualization
2014-01-01
Abstract
In un passaggio del testo di presentazione di questo CfP di Dialettica e filosofia si invitava a “tornare a riflettere sulla struttura del desiderio in Hegel”, il che “vuol dire provare sia a ripensare l’uomo in quanto soggettività generica e storica, detentrice di libertà universali, sia parlare di uomini, donne e soggettività sociali e politiche concrete e plurali. Vuol dire, individuare quell’animale sociale che, in un orizzonte decisamente relazionale, reclama irriducibilità ad altro, irripetibilità psicofisica”. Una simile doppiezza impressa nell’esigenza di tornare a riflettere sul desiderio in Hegel, quel sia … sia così esplicitato nel testo (“vuol dire […] provare sia a ripensare[…] sia parlare”), ha convinto anche me a compiere un ritorno all’opera, a rileggere quei luoghi della Fenomenologia da cui questa – come ogni possibile altra – interpretazione ha mosso i suoi passi, spingendosi avanti e insieme nel profondo dei differenti significati che il termine “desiderio” può assumere. Desiderio e desideri. Con Hegel, non solo con Hegel, come infatti il titolo del volume recita. Quel che segue costituisce, se così si può dire, il resoconto di un tale ritorno al testo, un ritorno dal ritorno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.