Conquiste tecnologiche alle quali non è pensabile rinunciare producono inevitabilmente inquinamento elettromagnetico, che quindi, entro un certo grado, non può essere contra jus. Poiché gli strumenti e le indicazioni comportamentali per contenerlo entro limiti compatibili con la salute possono derivare solo dallo stesso sviluppo tecnico‒scientifico, compito del diritto è promuovere le ricerche in tal senso e favorire o rendere obbligatorio l’uso di quegli strumenti e l’osservanza di quei comportamenti. Si riassume la storia della normativa che, ispirata dal principio comunitario di "precauzione", si è prodotta nell’ultimo quarto di secolo e si delinea la disciplina vigente, incentrata sui d.lgs 36/2001 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) e 259/2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche). Particolare attenzione si riserva alla l. reg. Puglia 5/2002 e alla giurisprudenza costituzionale a difesa delle prerogative regionali e degli enti locali in una materia, tra l’altro, difficilmente separabile da quella urbanistico‒edilizia. Più in generale, dal quadro della disciplina si evidenzia l’inestricabile legame esistente, a livello sia normativo sia amministrativo, fra tecnica e diritto. Nell’attività amministrativa i maggiori problemi nascono dall’opinabilità di gran parte delle valutazioni tecniche. Tali problemi, rientranti nella vasta tematica della c.d. discrezionalità tecnica, sarebbero alleviati da un più frequente ed incisivo utilizzo della "verificazione" nei giudizi amministrativi e dalla reintroduzione in settori come quello in esame, caratterizzati da un’alta specificità tecnica, di ricorsi amministrativi proponibili anche per motivi di merito.

Tecnica e Diritto nella tutela amministrativa dall'inquinamento elettromagnetico

MASTRANGELO, Donatantonio
2004-01-01

Abstract

Conquiste tecnologiche alle quali non è pensabile rinunciare producono inevitabilmente inquinamento elettromagnetico, che quindi, entro un certo grado, non può essere contra jus. Poiché gli strumenti e le indicazioni comportamentali per contenerlo entro limiti compatibili con la salute possono derivare solo dallo stesso sviluppo tecnico‒scientifico, compito del diritto è promuovere le ricerche in tal senso e favorire o rendere obbligatorio l’uso di quegli strumenti e l’osservanza di quei comportamenti. Si riassume la storia della normativa che, ispirata dal principio comunitario di "precauzione", si è prodotta nell’ultimo quarto di secolo e si delinea la disciplina vigente, incentrata sui d.lgs 36/2001 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) e 259/2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche). Particolare attenzione si riserva alla l. reg. Puglia 5/2002 e alla giurisprudenza costituzionale a difesa delle prerogative regionali e degli enti locali in una materia, tra l’altro, difficilmente separabile da quella urbanistico‒edilizia. Più in generale, dal quadro della disciplina si evidenzia l’inestricabile legame esistente, a livello sia normativo sia amministrativo, fra tecnica e diritto. Nell’attività amministrativa i maggiori problemi nascono dall’opinabilità di gran parte delle valutazioni tecniche. Tali problemi, rientranti nella vasta tematica della c.d. discrezionalità tecnica, sarebbero alleviati da un più frequente ed incisivo utilizzo della "verificazione" nei giudizi amministrativi e dalla reintroduzione in settori come quello in esame, caratterizzati da un’alta specificità tecnica, di ricorsi amministrativi proponibili anche per motivi di merito.
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