Il volume è il risultato della ricerca condotta all’interno del progetto europeo Horizon Seeds “Sguardi diversi. Generare terzo spazio”. In tale contesto si è fatto riferimento alla possibilità che sguardi diversi e approcci e sensibilità diverse possano creare una visione di un terzo spazio configurato come spazio a forte specificità spaziale urbana che vada oltre il primo e secondo spazio e che rappresenti dunque uno spazio vissuto, ma anche percepito (immaginato) e rappresentato (David Harvey). Si tratta evidentemente di uno spazio (città) che diventa territorio e si spinge a diventare sistema territoriale. La concettualizzazione del terzo spazio, dunque, si riferisce alla costruzione e alla ricostruzione delle identità contemporanee, alla fluidità al cui interno questi processi si verificano, essa costituisce anche il luogo dell’incontro e della negoziazione. L’espressione, perciò, designa una nuova modalità di interpretazione dello spazio, dove si incontrano e si incrociano la prospettiva postcoloniale e quella postmoderna: nel terzo spazio si verificano trasformazioni e ibridazioni, si uniscono l’immaginario con il materiale. Essenziale risulta nel post modernismo anche la dimensione del “recupero”, della rigenerazione (gentrification) e della rifunzionalizzazione che è legata alla perdita del valore storico, sociale e culturale del territorio, oltre che economico. Tale rifunzionalizzazione (commerciale, turistica) dovrebbe rendere più attrattivi gli spazi forse a scapito delle identità (Edward Relph). In tal senso allora risulta fondamentale il ruolo delle comunità che fanno emergere un modello diverso, unico e inimitabile opponendosi all’immagine che l’omologazione della globalizzazione impone. La dimensione del terzo spazio significa dunque anche riappropriarsi dello spazio da vivere plasmato dalla tradizione e dalle specificità ma in una ottica innovativa (Peter Hagget).
L'enigma del terzo paesaggio
V. Bosna
;G. d'Elia
;G. de Mita
;R. Grumo
;D. M. Pegorari;M. Trombetta
2023-01-01
Abstract
Il volume è il risultato della ricerca condotta all’interno del progetto europeo Horizon Seeds “Sguardi diversi. Generare terzo spazio”. In tale contesto si è fatto riferimento alla possibilità che sguardi diversi e approcci e sensibilità diverse possano creare una visione di un terzo spazio configurato come spazio a forte specificità spaziale urbana che vada oltre il primo e secondo spazio e che rappresenti dunque uno spazio vissuto, ma anche percepito (immaginato) e rappresentato (David Harvey). Si tratta evidentemente di uno spazio (città) che diventa territorio e si spinge a diventare sistema territoriale. La concettualizzazione del terzo spazio, dunque, si riferisce alla costruzione e alla ricostruzione delle identità contemporanee, alla fluidità al cui interno questi processi si verificano, essa costituisce anche il luogo dell’incontro e della negoziazione. L’espressione, perciò, designa una nuova modalità di interpretazione dello spazio, dove si incontrano e si incrociano la prospettiva postcoloniale e quella postmoderna: nel terzo spazio si verificano trasformazioni e ibridazioni, si uniscono l’immaginario con il materiale. Essenziale risulta nel post modernismo anche la dimensione del “recupero”, della rigenerazione (gentrification) e della rifunzionalizzazione che è legata alla perdita del valore storico, sociale e culturale del territorio, oltre che economico. Tale rifunzionalizzazione (commerciale, turistica) dovrebbe rendere più attrattivi gli spazi forse a scapito delle identità (Edward Relph). In tal senso allora risulta fondamentale il ruolo delle comunità che fanno emergere un modello diverso, unico e inimitabile opponendosi all’immagine che l’omologazione della globalizzazione impone. La dimensione del terzo spazio significa dunque anche riappropriarsi dello spazio da vivere plasmato dalla tradizione e dalle specificità ma in una ottica innovativa (Peter Hagget).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.