Passar la vita a Diol Kadd di Gianni Celati è un’opera doppia e ‘transmediale’, consistente in un libro e in un film, che racconta per parole e per immagini l’esperienza pluriennale dello scrittore in un villaggio senegalese dove, dal 2003 al 2006, si reca più volte per preparare la messa in scena di una commedia di Aristofane, il Pluto. La rivisitazione, compiuta in collaborazione con un attore locale e la partecipazione attiva dell’intera comunità, sarà filmata e proiettata su uno schermo montato nella savana, secondo un criterio di lavoro collettivo che richiama la logica dell’artivismo. Celati narra questa impresa – portata a termine attraverso una serie di complicazioni e incidenti, fuori e dentro la ‘cornice’ della riduzione teatrale – istituendo una modalità di racconto che non si configura né come documentaristica né come odeporica. In ognuna delle sue ‘metà’, Passar la vita a Diol Kadd è un racconto di osservazione della vita che scorre, una scrittura di contemplazione che aggira i meccanismi distorsivi della fiction affrancandosi dai miti, i limiti e le distorsioni dell’etnocentrismo di matrice occidentale.

Passar la vita a Diol Kadd: l’Africa disambientata di Gianni Celati

Gianpaolo Altamura
2024-01-01

Abstract

Passar la vita a Diol Kadd di Gianni Celati è un’opera doppia e ‘transmediale’, consistente in un libro e in un film, che racconta per parole e per immagini l’esperienza pluriennale dello scrittore in un villaggio senegalese dove, dal 2003 al 2006, si reca più volte per preparare la messa in scena di una commedia di Aristofane, il Pluto. La rivisitazione, compiuta in collaborazione con un attore locale e la partecipazione attiva dell’intera comunità, sarà filmata e proiettata su uno schermo montato nella savana, secondo un criterio di lavoro collettivo che richiama la logica dell’artivismo. Celati narra questa impresa – portata a termine attraverso una serie di complicazioni e incidenti, fuori e dentro la ‘cornice’ della riduzione teatrale – istituendo una modalità di racconto che non si configura né come documentaristica né come odeporica. In ognuna delle sue ‘metà’, Passar la vita a Diol Kadd è un racconto di osservazione della vita che scorre, una scrittura di contemplazione che aggira i meccanismi distorsivi della fiction affrancandosi dai miti, i limiti e le distorsioni dell’etnocentrismo di matrice occidentale.
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