Hegel’s theory of mediation is marked by an ambiguity whereby the meaning of immediacy oscillates between that of “insufficiency” and that of “absoluteness”. This ambiguity is at the root of two antithetical ways of conceiving the immediate within the Italian neoidealist tradition. Giovanni Gentile, in virtue of the original absoluteness of mediation, forces the insufficiency of the immediate to such an extent that he makes it a non-being. Gustavo Bontadini thinks of it as something that has its truth in the Absolute but cannot annihilate itself in the process of self-movement of thought. The result is a triptych of dialectics of the immediate that are very different from each other, even if closely connected. The article aims to study them using the hermeneutic categories of “form” and “event”, in order to show how Hegelian dynamism has been received and transformed in twentieth-century Italian philosophy.

La teoria della mediazione di Hegel è segnata da un’ambiguità per cui il significato dell’immediatezza oscilla tra quello di "insufficienza” e quello di “assolutezza”. Tale ambiguità è alla base di due modi antitetici di concepire l’immediato all’interno della tradizione neoidealista italiana. Se Giovanni Gentile, in virtù dell’originaria assolutezza della mediazione, forza a tal punto l’insufficienza dell’immediato da farne un “inessente”, il suo allievo indiretto Gustavo Bontadini lo pensa come alcunché che ha sì la propria verità nell’Assoluto ma non può annichilirsi nel processo di automovimento del pensiero. Ne risulta un trittico di dialettiche dell’immediato tra loro molto diverse, se pure strettamente connesse. L’articolo si propone di studiarle servendosi delle categorie ermeneutiche di “forma” ed “evento”, al fine di mostrare in che modo il dinamismo hegeliano è stato recepito e si è trasformato nel Novecento filosofico italiano.

Dialettiche dell'immediato. Hegel, Gentile, Bontadini.

Antonio Lombardi
2022-01-01

Abstract

Hegel’s theory of mediation is marked by an ambiguity whereby the meaning of immediacy oscillates between that of “insufficiency” and that of “absoluteness”. This ambiguity is at the root of two antithetical ways of conceiving the immediate within the Italian neoidealist tradition. Giovanni Gentile, in virtue of the original absoluteness of mediation, forces the insufficiency of the immediate to such an extent that he makes it a non-being. Gustavo Bontadini thinks of it as something that has its truth in the Absolute but cannot annihilate itself in the process of self-movement of thought. The result is a triptych of dialectics of the immediate that are very different from each other, even if closely connected. The article aims to study them using the hermeneutic categories of “form” and “event”, in order to show how Hegelian dynamism has been received and transformed in twentieth-century Italian philosophy.
2022
La teoria della mediazione di Hegel è segnata da un’ambiguità per cui il significato dell’immediatezza oscilla tra quello di "insufficienza” e quello di “assolutezza”. Tale ambiguità è alla base di due modi antitetici di concepire l’immediato all’interno della tradizione neoidealista italiana. Se Giovanni Gentile, in virtù dell’originaria assolutezza della mediazione, forza a tal punto l’insufficienza dell’immediato da farne un “inessente”, il suo allievo indiretto Gustavo Bontadini lo pensa come alcunché che ha sì la propria verità nell’Assoluto ma non può annichilirsi nel processo di automovimento del pensiero. Ne risulta un trittico di dialettiche dell’immediato tra loro molto diverse, se pure strettamente connesse. L’articolo si propone di studiarle servendosi delle categorie ermeneutiche di “forma” ed “evento”, al fine di mostrare in che modo il dinamismo hegeliano è stato recepito e si è trasformato nel Novecento filosofico italiano.
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