La crescita della complessità sociale che si verifica nei principali centri dell’Alta Valle dell’Eufrate anatolico nel corso del IV millennio fu probabilmente anche incoraggiata dall’intensificarsi, sotto la spinta del fenomeno Tardo-Uruk, delle relazioni con le comunità siriane e nord-mesopotamiche1. Nel corso di questo stesso periodo, la comparsa di ceramiche nere e rossonere in Anatolia centrale, in Anatolia orientale e nel Caucaso meridionale suggerisce l’esistenza di un altro sistema di relazioni che metteva in comunicazione le regioni più settentrionali2. La successione di eventi che coinvolge le comunità dell’Alta Valle dell’Eufrate a nord del Tauro tra la seconda metà del IV e la prima metà del III millennio può essere letta come lo sviluppo delle interferenze tra queste due sfere di interazioni. Si tratta di trasformazioni (su scala di lunga durata) che vedranno, nella seconda metà del IV millennio, la formazione di entità politiche protostatali ispirate ad un modello sud-mesopotamico, il loro successivo collasso (fine del IV millennio) ed infine l’inserimento di tratti socio-culturali mutuati dalla cultura Kura-Araks (originaria invece del Caucaso meridionale). Più volte la fase finale di questo processo è stata messa in connessione con l’arrivo di gruppi provenienti dalle regioni caucasiche (fig. 1a)3. Ma questa lettura migrazionista, che mette in relazione il collasso di società complesse con l’arrivo di nuove (e meno complesse) popolazioni4, non prende in considerazione il ruolo determinante delle dinamiche politiche e culturali interne alle comunità dell’Alta Valle dell’Eufrate in queste scelte di cambiamento.

Collassi, trasformazioni e mondo Kura-Araks nell'Alta Valle dell'Eufrate tra quarto e terzo millennio. Sviluppi Locali o Migrazioni?

Palumbi G
Writing – Original Draft Preparation
2009-01-01

Abstract

La crescita della complessità sociale che si verifica nei principali centri dell’Alta Valle dell’Eufrate anatolico nel corso del IV millennio fu probabilmente anche incoraggiata dall’intensificarsi, sotto la spinta del fenomeno Tardo-Uruk, delle relazioni con le comunità siriane e nord-mesopotamiche1. Nel corso di questo stesso periodo, la comparsa di ceramiche nere e rossonere in Anatolia centrale, in Anatolia orientale e nel Caucaso meridionale suggerisce l’esistenza di un altro sistema di relazioni che metteva in comunicazione le regioni più settentrionali2. La successione di eventi che coinvolge le comunità dell’Alta Valle dell’Eufrate a nord del Tauro tra la seconda metà del IV e la prima metà del III millennio può essere letta come lo sviluppo delle interferenze tra queste due sfere di interazioni. Si tratta di trasformazioni (su scala di lunga durata) che vedranno, nella seconda metà del IV millennio, la formazione di entità politiche protostatali ispirate ad un modello sud-mesopotamico, il loro successivo collasso (fine del IV millennio) ed infine l’inserimento di tratti socio-culturali mutuati dalla cultura Kura-Araks (originaria invece del Caucaso meridionale). Più volte la fase finale di questo processo è stata messa in connessione con l’arrivo di gruppi provenienti dalle regioni caucasiche (fig. 1a)3. Ma questa lettura migrazionista, che mette in relazione il collasso di società complesse con l’arrivo di nuove (e meno complesse) popolazioni4, non prende in considerazione il ruolo determinante delle dinamiche politiche e culturali interne alle comunità dell’Alta Valle dell’Eufrate in queste scelte di cambiamento.
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