L’Accordo di Basilea 2, per le sue implicazioni sulle gestioni bancarie e sulle imprese, è ormai al centro di un ampio dibattito in ambito sia scientifico che professionale. L’attenzione, sino a ora, si è concentrata, in particolare, sulle differenti modalità di misurazione e gestione dei rischi, nonché sulle problematiche connesse all’implementazione dei sistemi di rating interni per l’analisi del livello di default. Le analisi, sotto il profilo empirico, hanno, però, prevalentemente riguardato i principali gruppi bancari nazionali che, rispetto alle realtà di dimensione minore, hanno già da diversi anni avviato una riorganizzazione, dando vita a specifici progetti miranti all’introduzione di sistemi di rating interni e allo sviluppo di nuove metodologie di analisi del rischio di default. Minore letteratura e un numero notevolmente inferiore di analisi empiriche hanno a oggetto le banche di piccola dimensione, circostanza che ci ha spinto a investigare il fenomeno per comprendere in che misura la nuova regolamentazione sul capitale possa determinare cambiamenti culturali, organizzativi e gestionali per le banche di piccole e medie dimensioni. Le banche, negli ultimi anni, hanno compiuto molti passi in avanti nello sviluppo delle tecniche di risk management, fornendo un contributo di estrema rilevanza a tutto il mondo della finanza. Ciò lascia pensare al ruolo di estrema rilevanza e responsabilità che le banche hanno nello stimolare una maggiore diffusione dei sistemi di valutazione della solvibilità degli emittenti, attesa la ormai scarsa fattibilità di processi di funding attuati da parte delle imprese attraverso l’emissione di strumenti finanziari privi di rating. A ciò va aggiunto che le logiche di analisi e valutazione dei rischi, pur necessariamente accomunate da rigore e obiettività, presentano differenze sul piano metodologico e applicativo in relazione allo specifico ambito bancario in cui si vanno a collocare (in termini di ampiezza della gamma di servizi offerti, segmenti di clientela serviti, ecc.). In tale ottica saranno probabilmente necessari confronti di metodologie e tecniche implementative per testare i differenti sistemi di rating ed eventualmente affinare gli stessi nel tempo.

Basilea 2 e piccole banche. Organizzazione, gestione e scelte strategiche

DELL'ATTI, STEFANO
2007-01-01

Abstract

L’Accordo di Basilea 2, per le sue implicazioni sulle gestioni bancarie e sulle imprese, è ormai al centro di un ampio dibattito in ambito sia scientifico che professionale. L’attenzione, sino a ora, si è concentrata, in particolare, sulle differenti modalità di misurazione e gestione dei rischi, nonché sulle problematiche connesse all’implementazione dei sistemi di rating interni per l’analisi del livello di default. Le analisi, sotto il profilo empirico, hanno, però, prevalentemente riguardato i principali gruppi bancari nazionali che, rispetto alle realtà di dimensione minore, hanno già da diversi anni avviato una riorganizzazione, dando vita a specifici progetti miranti all’introduzione di sistemi di rating interni e allo sviluppo di nuove metodologie di analisi del rischio di default. Minore letteratura e un numero notevolmente inferiore di analisi empiriche hanno a oggetto le banche di piccola dimensione, circostanza che ci ha spinto a investigare il fenomeno per comprendere in che misura la nuova regolamentazione sul capitale possa determinare cambiamenti culturali, organizzativi e gestionali per le banche di piccole e medie dimensioni. Le banche, negli ultimi anni, hanno compiuto molti passi in avanti nello sviluppo delle tecniche di risk management, fornendo un contributo di estrema rilevanza a tutto il mondo della finanza. Ciò lascia pensare al ruolo di estrema rilevanza e responsabilità che le banche hanno nello stimolare una maggiore diffusione dei sistemi di valutazione della solvibilità degli emittenti, attesa la ormai scarsa fattibilità di processi di funding attuati da parte delle imprese attraverso l’emissione di strumenti finanziari privi di rating. A ciò va aggiunto che le logiche di analisi e valutazione dei rischi, pur necessariamente accomunate da rigore e obiettività, presentano differenze sul piano metodologico e applicativo in relazione allo specifico ambito bancario in cui si vanno a collocare (in termini di ampiezza della gamma di servizi offerti, segmenti di clientela serviti, ecc.). In tale ottica saranno probabilmente necessari confronti di metodologie e tecniche implementative per testare i differenti sistemi di rating ed eventualmente affinare gli stessi nel tempo.
2007
9788844907846
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/476690
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact