Nell’ambito della letteratura che analizza i rapporti tra sistema finanziario e struttura produttiva, un punto ampiamente dibattuto riguarda la maggiore difficoltà nell’accesso al credito bancario per le imprese di ridotte dimensioni a causa della notevole opacità informativa che le caratterizza. Ciò, come è noto, accentua i fenomeni di asimmetria informativa con le banche e rende più incerta la possibilità per queste ultime di valutare in modo appropriato la rischiosità dei progetti di investimento da finanziare. Una diretta conseguenza di questa situazione è data dalla presenza di vincoli finanziari1 più stringenti per le piccole e medie imprese soprattutto in periodi di crisi come quello che in questo momento sta sperimentando l’economia italiana, con inevitabili conseguenze negative sulla loro competitività e sulle loro prospettive di crescita. Si pone quindi la necessità di predisporre interventi di politica economica e industriale volti a facilitare i rapporti tra banche e imprese, tema che poi assume i caratteri di drammaticità e urgenza nelle regioni meridionali caratterizzate da un tessuto istituzionale più fragile e da forti rischi sistemici. In questa prospettiva si comprende l’interesse crescente per il ruolo che forme di garanzia collettiva, di derivazione pubblica o privata, possono svolgere all’interno del mercato creditizio per agevolare l’accesso al credito delle imprese minori. In particolare si tratta di valutare la possibilità che soggetti terzi indipendenti, dotati di idonei mezzi patrimoniali, possano fornire forme di garanzia adeguate alle piccole e medie imprese e mitigare in tal modo per gli istituti di credito coinvolti il rischio di credito e i relativi requisiti patrimoniali, e i conseguenti costi, collegati agli impieghi nei loro confronti. Obiettivo di questo studio promosso dalla SVIMEZ consiste nell’analizzare le dinamiche evolutive dei Consorzi di Garanzia Collettiva Fidi (comunemente noti come Confidi), la loro configurazione sul territorio, profili regolamentari, il loro equilibrio gestionale e le prospettive di crescita. La presente analisi si inserisce nel più ampio filone di ricerca riguardante il ruolo dei Confidi nell’accesso al credito delle imprese che la SVIMEZ ha portato avanti in più occasioni e sul quale è tornata periodicamente nel suo Rapporto Annuale sull’Economia del Mezzogiorno. In tale ambito assume rilievo preminente il profilo della sostenibilità degli stessi all’indomani dell’entrata in vigore del Decreto del MEF del 9 novembre 2007 che ha modificato i requisiti oggettivi (in termini di volumi di attività e di adeguatezza patrimoniale) richiesti ai Confidi per l’iscrizione all’Albo Unico della Banca d’Italia.

Rapporto SVIMEZ su relazioni banca-impresa e ruolo dei Confidi nel Mezzogiorno. Mercato, regole e prospettive di sviluppo

DELL'ATTI, STEFANO;
2013-01-01

Abstract

Nell’ambito della letteratura che analizza i rapporti tra sistema finanziario e struttura produttiva, un punto ampiamente dibattuto riguarda la maggiore difficoltà nell’accesso al credito bancario per le imprese di ridotte dimensioni a causa della notevole opacità informativa che le caratterizza. Ciò, come è noto, accentua i fenomeni di asimmetria informativa con le banche e rende più incerta la possibilità per queste ultime di valutare in modo appropriato la rischiosità dei progetti di investimento da finanziare. Una diretta conseguenza di questa situazione è data dalla presenza di vincoli finanziari1 più stringenti per le piccole e medie imprese soprattutto in periodi di crisi come quello che in questo momento sta sperimentando l’economia italiana, con inevitabili conseguenze negative sulla loro competitività e sulle loro prospettive di crescita. Si pone quindi la necessità di predisporre interventi di politica economica e industriale volti a facilitare i rapporti tra banche e imprese, tema che poi assume i caratteri di drammaticità e urgenza nelle regioni meridionali caratterizzate da un tessuto istituzionale più fragile e da forti rischi sistemici. In questa prospettiva si comprende l’interesse crescente per il ruolo che forme di garanzia collettiva, di derivazione pubblica o privata, possono svolgere all’interno del mercato creditizio per agevolare l’accesso al credito delle imprese minori. In particolare si tratta di valutare la possibilità che soggetti terzi indipendenti, dotati di idonei mezzi patrimoniali, possano fornire forme di garanzia adeguate alle piccole e medie imprese e mitigare in tal modo per gli istituti di credito coinvolti il rischio di credito e i relativi requisiti patrimoniali, e i conseguenti costi, collegati agli impieghi nei loro confronti. Obiettivo di questo studio promosso dalla SVIMEZ consiste nell’analizzare le dinamiche evolutive dei Consorzi di Garanzia Collettiva Fidi (comunemente noti come Confidi), la loro configurazione sul territorio, profili regolamentari, il loro equilibrio gestionale e le prospettive di crescita. La presente analisi si inserisce nel più ampio filone di ricerca riguardante il ruolo dei Confidi nell’accesso al credito delle imprese che la SVIMEZ ha portato avanti in più occasioni e sul quale è tornata periodicamente nel suo Rapporto Annuale sull’Economia del Mezzogiorno. In tale ambito assume rilievo preminente il profilo della sostenibilità degli stessi all’indomani dell’entrata in vigore del Decreto del MEF del 9 novembre 2007 che ha modificato i requisiti oggettivi (in termini di volumi di attività e di adeguatezza patrimoniale) richiesti ai Confidi per l’iscrizione all’Albo Unico della Banca d’Italia.
2013
9788890686047
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