Sin dal 1948 l’Organizzazione mondiale della sanità ha contribuito a spostare il dibattito relativo alla definizione del concetto di salute su aspetti che non fossero puramente medici, definendo la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale, psicologico, emotivo e sociale», con la conseguenza di portare l’attenzione degli studiosi verso l’opportunità di una valutazione globale della qualità della vita negli interventi sanitari. Si comincia a superare, in tal modo, l’impostazione tradizionale mediante un approccio sempre più moderno orientato verso la valorizzazione delle tematiche legate al genere in medicina e verso tutti i fattori che lo caratterizzano. Per tal via l’Organizzazione mondiale della sanità ha quindi definito la “medicina di genere” come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso), socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Negli anni, nell’approccio agli studi, alla sperimentazione e alle cure mediche si è dunque evoluto lo schema concettuale di base, superando il tradizionale modello biomedico, secondo cui la malattia è riconducibile esclusivamente a fattori biologici, e pervenendo infine ad un modello complesso e più esteso, incentrato su una dimensione bio-psico-sociale. In seguito, la l. 11 gennaio 2018, n. 3 ha introdotto una disciplina organica sulla medicina di genere, orientandola al valore del genere in tutte le sue applicazioni a livello nazionale, sia nella sperimentazione clinica dei farmaci (art. 1), sia per tutto il percorso clinico (art. 3). La medicina di genere è presente inoltre tra gli obiettivi prioritari da realizzare anche nell’ambito dell’Agenda di genere adottata dalla Regione Puglia , documento programmatico che può definirsi in qualche modo ambizioso e di ampio respiro, volto a conseguire un’ effettiva parità di genere nelle diverse politiche regionali, approvato il 15 settembre 2021 dalla Giunta regionale . L'Agenda di Genere documenta una strategia regionale trasversale operante rispetto alle politiche, economiche, sociali, formative, culturali, urbanistiche, sanitarie e che costituirà il riferimento per i policy makers regionali, locali e per tutte/i coloro che investono e innovano in Puglia.

Medicina di genere e politiche di clinical governance: il caso della Regione Puglia

G. Mastrodonato
2024-01-01

Abstract

Sin dal 1948 l’Organizzazione mondiale della sanità ha contribuito a spostare il dibattito relativo alla definizione del concetto di salute su aspetti che non fossero puramente medici, definendo la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale, psicologico, emotivo e sociale», con la conseguenza di portare l’attenzione degli studiosi verso l’opportunità di una valutazione globale della qualità della vita negli interventi sanitari. Si comincia a superare, in tal modo, l’impostazione tradizionale mediante un approccio sempre più moderno orientato verso la valorizzazione delle tematiche legate al genere in medicina e verso tutti i fattori che lo caratterizzano. Per tal via l’Organizzazione mondiale della sanità ha quindi definito la “medicina di genere” come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso), socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Negli anni, nell’approccio agli studi, alla sperimentazione e alle cure mediche si è dunque evoluto lo schema concettuale di base, superando il tradizionale modello biomedico, secondo cui la malattia è riconducibile esclusivamente a fattori biologici, e pervenendo infine ad un modello complesso e più esteso, incentrato su una dimensione bio-psico-sociale. In seguito, la l. 11 gennaio 2018, n. 3 ha introdotto una disciplina organica sulla medicina di genere, orientandola al valore del genere in tutte le sue applicazioni a livello nazionale, sia nella sperimentazione clinica dei farmaci (art. 1), sia per tutto il percorso clinico (art. 3). La medicina di genere è presente inoltre tra gli obiettivi prioritari da realizzare anche nell’ambito dell’Agenda di genere adottata dalla Regione Puglia , documento programmatico che può definirsi in qualche modo ambizioso e di ampio respiro, volto a conseguire un’ effettiva parità di genere nelle diverse politiche regionali, approvato il 15 settembre 2021 dalla Giunta regionale . L'Agenda di Genere documenta una strategia regionale trasversale operante rispetto alle politiche, economiche, sociali, formative, culturali, urbanistiche, sanitarie e che costituirà il riferimento per i policy makers regionali, locali e per tutte/i coloro che investono e innovano in Puglia.
2024
979 12 5976 829 2
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