La gestione dei rifiuti ha conosciuto nell’ultimo decennio un ripensamento a livello globale: l’economia circolare sembra configurare infatti un radicale stravolgimento dei metodi di produzione e del rapporto tra imprese, imprese sociali, consumatori, comunità e risorse naturali per consentire una nuova prospettiva di sviluppo, dove l’obiettivo non potrà essere più il mero profitto, ma uno sviluppo armonico e sostenibile basato sulla condivisione degli obiettivi e su un nuovo senso di responsabilità da parte di tutti gli stakeholders. Infatti il modello di economia cosiddetta “lineare” sembra potersi basare sui principȋ del “prendere, produrre e buttare”, mentre l’economia circolare mira a preservare le risorse naturali per le future generazioni e presenta come una gamma di soluzioni concrete adottabili dalle aziende mirate alla valorizzazione delle materie prime seconde, all’estensione dei cicli di vita dei prodotti, alla riduzione degli scarti, al riuso e alla creazione di soluzioni innovative per la condivisione di risorse materiali e immateriali. Sebbene già la waste framework directive 2008/98 risultasse assai moderna e stabilisse obiettivi sfidanti, il Circular Economy Package del 2018 sembra andare ben oltre: esso inserisce nuovi obiettivi quantitativi di riciclo per i rifiuti urbani, ponendo le premesse per un’azione più incisiva a monte della generazione dei rifiuti. Le stesse parole che evocano il rifiuto o lo smaltimento sembrano essere nozioni ormai marginali, per lasciar spazio ai concetti propri dell’economia circolare, come quello di produttività delle risorse, efficienza nell’uso dei materiali e dell’energia, risorse rinnovabili, simbiosi industriale, sharing economy ed infine, ma non ultimo, il concetto di end of waste. Sicchè, in tale prospettiva, volta a valorizzare il concetto di economia circolare nella nuova gestione dei rifiuti, l’Unione europea ha avuto bisogno di varare un pacchetto "strategico" di norme - recepite in seguito nell'ordinamento interno - che consentissero al diritto di apprestare un rinnovato quadro giuridico per gli operatori del settore.

Nuovi modelli di economia circolare nella gestione dei rifiuti

G. Mastrodonato
2023-01-01

Abstract

La gestione dei rifiuti ha conosciuto nell’ultimo decennio un ripensamento a livello globale: l’economia circolare sembra configurare infatti un radicale stravolgimento dei metodi di produzione e del rapporto tra imprese, imprese sociali, consumatori, comunità e risorse naturali per consentire una nuova prospettiva di sviluppo, dove l’obiettivo non potrà essere più il mero profitto, ma uno sviluppo armonico e sostenibile basato sulla condivisione degli obiettivi e su un nuovo senso di responsabilità da parte di tutti gli stakeholders. Infatti il modello di economia cosiddetta “lineare” sembra potersi basare sui principȋ del “prendere, produrre e buttare”, mentre l’economia circolare mira a preservare le risorse naturali per le future generazioni e presenta come una gamma di soluzioni concrete adottabili dalle aziende mirate alla valorizzazione delle materie prime seconde, all’estensione dei cicli di vita dei prodotti, alla riduzione degli scarti, al riuso e alla creazione di soluzioni innovative per la condivisione di risorse materiali e immateriali. Sebbene già la waste framework directive 2008/98 risultasse assai moderna e stabilisse obiettivi sfidanti, il Circular Economy Package del 2018 sembra andare ben oltre: esso inserisce nuovi obiettivi quantitativi di riciclo per i rifiuti urbani, ponendo le premesse per un’azione più incisiva a monte della generazione dei rifiuti. Le stesse parole che evocano il rifiuto o lo smaltimento sembrano essere nozioni ormai marginali, per lasciar spazio ai concetti propri dell’economia circolare, come quello di produttività delle risorse, efficienza nell’uso dei materiali e dell’energia, risorse rinnovabili, simbiosi industriale, sharing economy ed infine, ma non ultimo, il concetto di end of waste. Sicchè, in tale prospettiva, volta a valorizzare il concetto di economia circolare nella nuova gestione dei rifiuti, l’Unione europea ha avuto bisogno di varare un pacchetto "strategico" di norme - recepite in seguito nell'ordinamento interno - che consentissero al diritto di apprestare un rinnovato quadro giuridico per gli operatori del settore.
2023
9788813382650
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/476571
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