The contribution presents the conclusions of the first phase of a research project aimed at mapping the wage levels as set in the Italian collective bargaining, in the light of the EU Directive no. 2022/2041 and its principle of adequacy. The analysis has focused on 3 sub-sectors, as defined by Cnel (metal-working, food industry and logistics), whose lowest level in the job classification schemes are compared according to the «metrics» of the constitutionally compliant remuneration, and the minimum (Tem) and the all-inclusive remuneration (Tec) defined by the 2018 so called Patto della fabbrica. The study shows how, on the one hand, competition between collective agreements is determined on items outside the «box» of the constitutional minimum, thus thinning, to the point of rendering imperceptible, the differential with the so-called leading agreements, but, on the other hand, even in more solid and strongly unionised sectors, a large number of collective agreements keep on offering wages well below those stand-ards, in order to attract small and medium-sized enterprises and cooperatives.

Il contributo presenta le conclusioni della prima fase di una ricerca che intende mappare i livelli retri-butivi offerti dalla contrattazione collettiva nazionale, su impulso della Direttiva europea n. 2022/2041 e del principio di adeguatezza ivi contenuto. La scelta è ricaduta su 3 sottosettori definiti dal Cnel (metalmeccanico, industria alimentare e logistica), andando a esaminare i livelli di inquadra-mento più bassi e le relative retribuzioni rispetto alle «misure» del trattamento economico costituzionale, del Tem e del Tec definiti dal Patto della fabbrica del 2018. Lo studio mostra come, per un verso, la concorrenza tra contratti si determina su voci tendenzialmente estranee al «contenitore» del minimo costituzionale, assottigliando così, sino a rendere impercettibile, il differenziale con i contratti collettivi cd. Leader, ma, per altro verso, anche in settori più solidi e fortemente sindacalizzati è presente un gran numero di contratti che offrono salari molto al di sotto di quei valori, allo scopo di attrarre le piccole e medie imprese e le cooperative.

Il prezzo del lavoro. Un’indagine sui salari nella contrattazione collettiva nazionale

giuseppe antonio recchia
2023-01-01

Abstract

The contribution presents the conclusions of the first phase of a research project aimed at mapping the wage levels as set in the Italian collective bargaining, in the light of the EU Directive no. 2022/2041 and its principle of adequacy. The analysis has focused on 3 sub-sectors, as defined by Cnel (metal-working, food industry and logistics), whose lowest level in the job classification schemes are compared according to the «metrics» of the constitutionally compliant remuneration, and the minimum (Tem) and the all-inclusive remuneration (Tec) defined by the 2018 so called Patto della fabbrica. The study shows how, on the one hand, competition between collective agreements is determined on items outside the «box» of the constitutional minimum, thus thinning, to the point of rendering imperceptible, the differential with the so-called leading agreements, but, on the other hand, even in more solid and strongly unionised sectors, a large number of collective agreements keep on offering wages well below those stand-ards, in order to attract small and medium-sized enterprises and cooperatives.
2023
Il contributo presenta le conclusioni della prima fase di una ricerca che intende mappare i livelli retri-butivi offerti dalla contrattazione collettiva nazionale, su impulso della Direttiva europea n. 2022/2041 e del principio di adeguatezza ivi contenuto. La scelta è ricaduta su 3 sottosettori definiti dal Cnel (metalmeccanico, industria alimentare e logistica), andando a esaminare i livelli di inquadra-mento più bassi e le relative retribuzioni rispetto alle «misure» del trattamento economico costituzionale, del Tem e del Tec definiti dal Patto della fabbrica del 2018. Lo studio mostra come, per un verso, la concorrenza tra contratti si determina su voci tendenzialmente estranee al «contenitore» del minimo costituzionale, assottigliando così, sino a rendere impercettibile, il differenziale con i contratti collettivi cd. Leader, ma, per altro verso, anche in settori più solidi e fortemente sindacalizzati è presente un gran numero di contratti che offrono salari molto al di sotto di quei valori, allo scopo di attrarre le piccole e medie imprese e le cooperative.
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