Nella odierna visione del processo di apprendi- mento/insegnamento delle lingue svolge un ruolo centrale anche la competenza metalinguistica, intesa come capacità di riflettere consapevolmente sulla lin- gua e sul processo di comunicazione. Negli ultimi decenni il rifiuto della riflessione meta- linguistica come reazione al metodo grammaticale-tra- duttivo è stato uno degli assunti basilari non solo degli approcci strutturalistici, ma anche di alcuni approcci comunicativi, ispirati al paradigma dell’acquisizione implicita della grammatica. In tempi relativamente re- centi, però, la glottodidattica ha fortemente rivalutato il ruolo cognitivo della riflessione sulla lingua e sul modo in cui questa è adoperata nell’interazione, per cui appaiono ormai superati gli estremismi ideologici, nati dalla confusione soprattutto tra la esplicitazione delle regole grammaticali (morfosintattiche) della lingua, in- tesa come fondamento del processo di apprendimento linguistico, e la generale attività di riflessione che il soggetto apprendente svolge naturalmente sull’oggetto e sul processo che lo vedono coinvolto, ovvero sulla lingua e sull’apprendimento. A partire da queste pre- messe, si cercherà di mostrare, principalmente tramite l’analisi di testi ricavati da scambi conversazionali reali aventi come protagonisti studenti universitari stranieri 82r ossella aBBaticchio che apprendono la lingua italiana, come le riflessioni metalinguistiche spontanee e guidate che hanno luo- go durante i dialoghi determinino un riadattamento dell’enunciato in rapporto al contesto e all’intenzione comunicativa del locutore, producendo un migliora- mento tanto della competenza linguistica quanto della consapevolezza (meta)comunicativa. La riflessione me- talinguistica, condotta in modo costante e sistematico all’interno del contesto dialogico, può costituire uno strumento prezioso per lo sviluppo non solo della com- petenza strategica conversazionale, che è alla base del- la pianificazione del discorso in funzione dello scopo comunicativo, ma anche della capacità di controllo re- troattivo dell’enunciato in rapporto al feedback fornito dall’ascoltatore. Obiettivo principale del contributo è di mostrare, principalmente tramite l’analisi di scambi conversazionali reali aventi come protagonisti studenti universitari stranieri che apprendono la lingua italiana, come le riflessioni metalinguistiche spontanee e guida- te che hanno luogo durante i dialoghi determinino un riadattamento dell’enunciato in rapporto al contesto e all’intenzione comunicativa del parlante, producendo un miglioramento tanto della competenza linguistica quanto della consapevolezza metacomunicativa. Gli esempi presentati sono estrapolati da conversazioni autentiche, aventi come protagonisti studenti non ita- lofoni di prima istanza, regolarmente iscritti a corsi di laurea in università italiane. Alla luce di esperienze (di- rette o osservate) di insegnamento della lingua italiana a studenti stranieri di livello universitario, ispirate da una preliminare analisi dei bisogni (percepiti e sentiti) dei discenti, si ritiene che la dimensione metadialogica rappresenti una costante nel rapporto d’interazione col docente. Attraverso l’analisi di alcuni esempi conver- sazionali registrati in classe, si cercherà, pertanto, di far emergere la funzione cognitiva e di autovalutazione svolta dalla riflessione metalinguistica e metadialogica negli scambi comunicativi e, più in generale, nel pro- cesso di apprendimento/insegnamento.

Bisogni linguistici e sviluppo delle competenze in italiano L2-LS: possibili ruoli della competenza metalinguistica e metatestuale

Abbaticchio Rossella
;
2023-01-01

Abstract

Nella odierna visione del processo di apprendi- mento/insegnamento delle lingue svolge un ruolo centrale anche la competenza metalinguistica, intesa come capacità di riflettere consapevolmente sulla lin- gua e sul processo di comunicazione. Negli ultimi decenni il rifiuto della riflessione meta- linguistica come reazione al metodo grammaticale-tra- duttivo è stato uno degli assunti basilari non solo degli approcci strutturalistici, ma anche di alcuni approcci comunicativi, ispirati al paradigma dell’acquisizione implicita della grammatica. In tempi relativamente re- centi, però, la glottodidattica ha fortemente rivalutato il ruolo cognitivo della riflessione sulla lingua e sul modo in cui questa è adoperata nell’interazione, per cui appaiono ormai superati gli estremismi ideologici, nati dalla confusione soprattutto tra la esplicitazione delle regole grammaticali (morfosintattiche) della lingua, in- tesa come fondamento del processo di apprendimento linguistico, e la generale attività di riflessione che il soggetto apprendente svolge naturalmente sull’oggetto e sul processo che lo vedono coinvolto, ovvero sulla lingua e sull’apprendimento. A partire da queste pre- messe, si cercherà di mostrare, principalmente tramite l’analisi di testi ricavati da scambi conversazionali reali aventi come protagonisti studenti universitari stranieri 82r ossella aBBaticchio che apprendono la lingua italiana, come le riflessioni metalinguistiche spontanee e guidate che hanno luo- go durante i dialoghi determinino un riadattamento dell’enunciato in rapporto al contesto e all’intenzione comunicativa del locutore, producendo un migliora- mento tanto della competenza linguistica quanto della consapevolezza (meta)comunicativa. La riflessione me- talinguistica, condotta in modo costante e sistematico all’interno del contesto dialogico, può costituire uno strumento prezioso per lo sviluppo non solo della com- petenza strategica conversazionale, che è alla base del- la pianificazione del discorso in funzione dello scopo comunicativo, ma anche della capacità di controllo re- troattivo dell’enunciato in rapporto al feedback fornito dall’ascoltatore. Obiettivo principale del contributo è di mostrare, principalmente tramite l’analisi di scambi conversazionali reali aventi come protagonisti studenti universitari stranieri che apprendono la lingua italiana, come le riflessioni metalinguistiche spontanee e guida- te che hanno luogo durante i dialoghi determinino un riadattamento dell’enunciato in rapporto al contesto e all’intenzione comunicativa del parlante, producendo un miglioramento tanto della competenza linguistica quanto della consapevolezza metacomunicativa. Gli esempi presentati sono estrapolati da conversazioni autentiche, aventi come protagonisti studenti non ita- lofoni di prima istanza, regolarmente iscritti a corsi di laurea in università italiane. Alla luce di esperienze (di- rette o osservate) di insegnamento della lingua italiana a studenti stranieri di livello universitario, ispirate da una preliminare analisi dei bisogni (percepiti e sentiti) dei discenti, si ritiene che la dimensione metadialogica rappresenti una costante nel rapporto d’interazione col docente. Attraverso l’analisi di alcuni esempi conver- sazionali registrati in classe, si cercherà, pertanto, di far emergere la funzione cognitiva e di autovalutazione svolta dalla riflessione metalinguistica e metadialogica negli scambi comunicativi e, più in generale, nel pro- cesso di apprendimento/insegnamento.
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