Il concetto di diritto non è estraneo all’esperienza giuridica, né è irrelato alla metodologia in cui l’esperienza è il senso ed il significato essenziale dell’attività pratica del giurista. Non vi è, però, solo la fatticità [Faktizität] del reale a connotare il fenomeno. Anche la normatività [Normativität] ha il suo peso per la ragione giuridica, al di là di ogni visione formalistica che ignora la complessità dell’oggetto di cui si occupa. A cogliere tale basilare aspetto vi è l’approccio procedurale del filosofo texano Lon Luvois Fuller (1902–1978). La sua opera è senza dubbio al centro del pensiero contemporaneo che non si rassegna alla dicotomia profonda tra fatti e valori tra essere e dover essere. La tesi è particolarmente interessante: le procedure rappresentano condizioni significativamente deontiche dell’esperienza giuridica. La metodologia fulleriana, tuttavia, pur non partendo da un’idea sostanzialistica ed esterna del bene, non conduce ad una idea formalistica del concetto di diritto. La ricerca, pertanto, intende innanzitutto illustrare la speculazione del filosofo americano attraverso l’analisi della sua vasta produzione per gran parte sottovalutata dai suoi critici, mostrandone la fecondità ed attualità.

Moralità procedurale e "intenzionalità" del diritto in Lon L. Fuller

Piero Marra
2020-01-01

Abstract

Il concetto di diritto non è estraneo all’esperienza giuridica, né è irrelato alla metodologia in cui l’esperienza è il senso ed il significato essenziale dell’attività pratica del giurista. Non vi è, però, solo la fatticità [Faktizität] del reale a connotare il fenomeno. Anche la normatività [Normativität] ha il suo peso per la ragione giuridica, al di là di ogni visione formalistica che ignora la complessità dell’oggetto di cui si occupa. A cogliere tale basilare aspetto vi è l’approccio procedurale del filosofo texano Lon Luvois Fuller (1902–1978). La sua opera è senza dubbio al centro del pensiero contemporaneo che non si rassegna alla dicotomia profonda tra fatti e valori tra essere e dover essere. La tesi è particolarmente interessante: le procedure rappresentano condizioni significativamente deontiche dell’esperienza giuridica. La metodologia fulleriana, tuttavia, pur non partendo da un’idea sostanzialistica ed esterna del bene, non conduce ad una idea formalistica del concetto di diritto. La ricerca, pertanto, intende innanzitutto illustrare la speculazione del filosofo americano attraverso l’analisi della sua vasta produzione per gran parte sottovalutata dai suoi critici, mostrandone la fecondità ed attualità.
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