In una dialettica tra locale e globale, dinanzi all’urgenza di rendere noti gli eventi sociali e politici a lettori che risiedono in luoghi distanti tra loro, appare cruciale il ruolo delle istituzioni preposte all’elaborazione e diffusione delle informazioni, le agenzie di stampa. Fonti originarie per i media, esse sono le prime a far fronte all’emergere di nuove realtà e a cercare i termini per designarle, o a negoziare le parole deputate all’interpretazione di fenomeni che assumono nuove connotazioni nella politica internazionale a seguito di eventi cruciali: è il caso degli atti legati al terrorismo dopo l’11 settembre 2001. L’articolo si propone l’analisi delle notizie che, sull’edizione britannica del sito Web della Reuters, ritraggono gli attacchi terroristici in Europa nel corso del 2017. L’analisi rivela la rinuncia a scelte lessicali che portano con sé distinzioni ideologiche e dunque un impiego moderato e oggettivo dei termini controversi, quali “terrorismo” e “terrorista”, in nome dell’esigenza di imparzialità propria dei testi informativi. Nella consapevolezza dell’importanza della traduzione nel garantire l’accesso istantaneo alle informazioni in tutto il mondo, si è scelto inoltre di esaminare le modalità con cui gli eventi internazionali sono ricostruiti per i lettori locali – italiani in questo caso – senza dimenticare che la trasposizione interlinguistica delle notizie sfida la definizione stessa di traduzione, in favore di un testo che si adatti ai valori della cultura di arrivo, spesso rimodellato sino a creare un discorso nuovo.

Descrivere il terrorismo: le parole assenti nel linguaggio delle agenzie di informazione

Laura Chiara Spinelli
2018-01-01

Abstract

In una dialettica tra locale e globale, dinanzi all’urgenza di rendere noti gli eventi sociali e politici a lettori che risiedono in luoghi distanti tra loro, appare cruciale il ruolo delle istituzioni preposte all’elaborazione e diffusione delle informazioni, le agenzie di stampa. Fonti originarie per i media, esse sono le prime a far fronte all’emergere di nuove realtà e a cercare i termini per designarle, o a negoziare le parole deputate all’interpretazione di fenomeni che assumono nuove connotazioni nella politica internazionale a seguito di eventi cruciali: è il caso degli atti legati al terrorismo dopo l’11 settembre 2001. L’articolo si propone l’analisi delle notizie che, sull’edizione britannica del sito Web della Reuters, ritraggono gli attacchi terroristici in Europa nel corso del 2017. L’analisi rivela la rinuncia a scelte lessicali che portano con sé distinzioni ideologiche e dunque un impiego moderato e oggettivo dei termini controversi, quali “terrorismo” e “terrorista”, in nome dell’esigenza di imparzialità propria dei testi informativi. Nella consapevolezza dell’importanza della traduzione nel garantire l’accesso istantaneo alle informazioni in tutto il mondo, si è scelto inoltre di esaminare le modalità con cui gli eventi internazionali sono ricostruiti per i lettori locali – italiani in questo caso – senza dimenticare che la trasposizione interlinguistica delle notizie sfida la definizione stessa di traduzione, in favore di un testo che si adatti ai valori della cultura di arrivo, spesso rimodellato sino a creare un discorso nuovo.
2018
978-88-6760-563-7
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