GUSTAW HERLING-GRUDZIŃSKI E IL TOTALITARISMO

Gustaw Herling-Grudziński knew two forms of totalitarianism directly during his life, the Nazi and the Soviet, and immediately after his transfer to Italy he had to deal with the still visible ‘footprints’ left by Fascism. His represents, therefore, the concrete example of those who saved themselves from the most ferocious face of totalitarianisms, that is from a work camp, clinging to the ‘religion of freedom’ learned from Benedetto Croce, and then spent their entire existence in the secular prayer of writing to study Evil and denounce the overwhelming mechanisms of totalitarian power.

Gustaw Herling-Grudziński conobbe in vita direttamente due forme di totalitarismo, quello nazista e quello sovietico, e subito dopo il suo trasferimento in Italia ebbe a che fare con le “impronte” ancora visibili lasciate dal fascismo. Il suo rappresenta, dunque, l’esempio concreto di chi si è salvato dalla faccia più feroce dei totalitarismi, ovvero da un campo di lavoro, aggrappandosi alla “religione della libertà” appresa da Benedetto Croce, e poi ha speso l’intera sua esistenza nella preghiera laica della scrittura per studiare il Male e denunciare i meccanismi sopraffattori del potere totalitario.