Un recente restauro conservativo (2018) di una scultura in legno raffigurante una Immacolata Concezione, conservata nella Quadreria del Pio Monte di Misericordia a Napoli e finora mai pubblicata, ha consentito di recuperare l’originale policromia del volto e delle vesti, dai tenui toni cromatici, consentendo così una più attenta lettura del manufatto. Già sottoposta a un primo restauro nel 2008, l’opera è segnalata come di «Ignoto scultore (XVIII secolo)» e presenta le dimensioni di 139 × 60 × 60 cm. Durante il restauro, come è stato possibile leggere dalla relazione, la scultura appariva già abbastanza compromessa per la presenza in superficie di uno strato di nero fumo misto a sostanze organiche. Le indagini sulle ridipinture e i rifacimenti plastici hanno rivelato che la scultura fu sottoposta a un altro intervento di restauro, databile alla seconda metà del XX secolo; in particolare è stato sottolineato che i rifacimenti plastici si evidenziavano «in alcune parti del mantello azzurro della scultura realizzati mediante la tecnica della cartapesta allo scopo di integrare elementi lignei deteriorati dall’infestazione di parassiti xilofagi»1. Il dato non è trascurabile, come vedremo, in quanto a seguito di una prima analisi visiva l’indagine sul mantello finiva per occultare una serena lettura dell’opera.
Alcune riflessioni sui modelli della scultura in legno napoletana tra XVIII e XIX secolo. L'Immacolata concezione al Pio Monte di Misericordia di Napoli
Di Liddo Isabella
2020-01-01
Abstract
Un recente restauro conservativo (2018) di una scultura in legno raffigurante una Immacolata Concezione, conservata nella Quadreria del Pio Monte di Misericordia a Napoli e finora mai pubblicata, ha consentito di recuperare l’originale policromia del volto e delle vesti, dai tenui toni cromatici, consentendo così una più attenta lettura del manufatto. Già sottoposta a un primo restauro nel 2008, l’opera è segnalata come di «Ignoto scultore (XVIII secolo)» e presenta le dimensioni di 139 × 60 × 60 cm. Durante il restauro, come è stato possibile leggere dalla relazione, la scultura appariva già abbastanza compromessa per la presenza in superficie di uno strato di nero fumo misto a sostanze organiche. Le indagini sulle ridipinture e i rifacimenti plastici hanno rivelato che la scultura fu sottoposta a un altro intervento di restauro, databile alla seconda metà del XX secolo; in particolare è stato sottolineato che i rifacimenti plastici si evidenziavano «in alcune parti del mantello azzurro della scultura realizzati mediante la tecnica della cartapesta allo scopo di integrare elementi lignei deteriorati dall’infestazione di parassiti xilofagi»1. Il dato non è trascurabile, come vedremo, in quanto a seguito di una prima analisi visiva l’indagine sul mantello finiva per occultare una serena lettura dell’opera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.