Le confessioni di un vampiro. Cesare Lombroso al processo di Vincenzo Verzeni

Cesare Lombroso, medico, psichiatra, pensatore di spicco nel panorama del Positivismo della seconda metà dell’Ottocento, è all’unanimità riconosciuto quale il padre dell’Antropologia criminale, disciplina sorta dalla sovrapposizione di certe regioni della psichiatria e della medicina legale che ha per oggetto lo studio della natura del delinquente. Una disciplina che prometteva di essere particolarmente utile nelle aule dei tribunali dove ci si impegnava a stabilire le ragioni dell’agire criminale e, di conseguenza, la responsabilità degli imputati. Nelle pagine che seguono si analizzerà il caso dell’assassino Vincenzo Verzeni, meglio conosciuto come «il vampiro di Bottanuco». Al suo processo, Lombroso prese parte in qualità di perito e, dopo la sentenza, ebbe modo di raccoglierne l’intima confessione. Si partirà dall’analisi del suo caso per discutere l’approccio lombrosiano allo studio del delinquente, dentro e fuori dalle aule dei tribunali, e per evidenziare, da una prospettiva inedita, i punti di forza e le criticità del suo modus operandi.