Nel 1950, il matematico inglese Alan Mathison Turing si interroga sulla possibilità di rendere le macchine ‘pensanti’. Un decennio più tardi, Arthur Clarke e Stanley Kubrick, in 2001: Odissea nello spazio, si soffermano sull’idea di Turing e sulle implicazioni sociali, logiche, morali che trascina il suo pensiero. HAL 9000, il computer senziente a cui è affidato l’intero controllo della navicella che compie la sua Odissea, è programmato per non sbagliare mai, è un’intelligenza artificiale davvero infallibile, capace di rendere la vita più semplice all’intero equipaggio. Il supercomputer rappresenterà, tuttavia, anche una visione della tecnologia disastrosa e pericolosa e il suo essere artificiale entrerà in conflitto con i concetti di vita e morte, assottigliando sempre più il confine tra uomo e macchina.
L’eredità di HAL 9000
carla petrocelli
2023-01-01
Abstract
Nel 1950, il matematico inglese Alan Mathison Turing si interroga sulla possibilità di rendere le macchine ‘pensanti’. Un decennio più tardi, Arthur Clarke e Stanley Kubrick, in 2001: Odissea nello spazio, si soffermano sull’idea di Turing e sulle implicazioni sociali, logiche, morali che trascina il suo pensiero. HAL 9000, il computer senziente a cui è affidato l’intero controllo della navicella che compie la sua Odissea, è programmato per non sbagliare mai, è un’intelligenza artificiale davvero infallibile, capace di rendere la vita più semplice all’intero equipaggio. Il supercomputer rappresenterà, tuttavia, anche una visione della tecnologia disastrosa e pericolosa e il suo essere artificiale entrerà in conflitto con i concetti di vita e morte, assottigliando sempre più il confine tra uomo e macchina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.