All’inizio degli anni Sessanta, un nuovo gruppo di giovani divi invade la scena cinematografica e musicale italiana. In costante dialogo con il nascente pubblico giovanile, e accompagnati naturalmente da altrettanto giovani celebrità femminili, cantanti-attori come Gianni Morandi, Al Bano, Little Tony, Adriano Celentano e Bobby Solo, ma anche Dino, Maurizio o Don Backy, diventano esempi privilegiati di inediti modelli di mascolinità giovane, scissi tra una conclamata modernità generazionale e un legame con la tradizione mai del tutto sciolto. Queste figure trovano rapidamente spazio tanto in radio, quanto sul piccolo e grande schermo, diventando anche assolute protagoniste di riviste specializzate pensate per un pubblico giovane (ovvero Ciao amici e Big, poi confluite in Ciao Big e Ciao 2001, ma anche Giovani e la successiva Qui giovani). Proprio a partire da queste specifiche testate, che per target e contenuti rappresentano oggi una fonte privilegiata di analisi, il presente intervento mira a riflettere sul modello di mascolinità proposto dal divismo giovanile nel corso degli anni Sessanta, analizzando nello specifico il caso esemplare di Gianni Morandi. Utilizzando strumenti propri alle ricerche sul divismo – in particolare alle riflessioni di Richard Dyer – e instaurando un dialogo con le più recenti riflessioni sulla mascolinità e sulla gioventù italiana, l’obiettivo dell’intervento è dimostrare come, nei suoi primi anni di carriera e in particolare nelle coeve riviste giovanili, l’immagine di Morandi proponga un determinato e coerente paradigma di mascolinità, allineandosi indirettamente a quell’idea di giovane delle tre “M” (mestiere, moglie e macchina) postulata da Alfassio Grimaldi e Bertoni. Nello specifico, dopo una breve introduzione di carattere storico-metodologico, si rintracceranno alcuni paradigmi rappresentativi ricorrenti nell’immagine del cantante-attore, ovvero il suo consolatorio ruolo di breadwinner, il rapporto codificato con la moglie e lo stretto legame con alcuni beni di consumo, a partire non a caso da quelli della motorizzazione. Riportando gli articoli più emblematici e significativi, si delineerà contestualmente il modello di mascolinità da lui suggerito, radicato in una tradizione rassicurante ma aperto a un dialogo con la modernità. In conclusione, si accennerà rapidamente alla crisi dell’immagine artistica di Morandi a inizio anni Settanta, dovuta, almeno in parte, a un superamento ormai irreversibile del prototipo di mascolinità da lui proposto fino a quel momento.

Un bravo ragazzo. Note sulla mascolinità giovanile di Gianni Morandi

Landrini, Gabriele
2023-01-01

Abstract

All’inizio degli anni Sessanta, un nuovo gruppo di giovani divi invade la scena cinematografica e musicale italiana. In costante dialogo con il nascente pubblico giovanile, e accompagnati naturalmente da altrettanto giovani celebrità femminili, cantanti-attori come Gianni Morandi, Al Bano, Little Tony, Adriano Celentano e Bobby Solo, ma anche Dino, Maurizio o Don Backy, diventano esempi privilegiati di inediti modelli di mascolinità giovane, scissi tra una conclamata modernità generazionale e un legame con la tradizione mai del tutto sciolto. Queste figure trovano rapidamente spazio tanto in radio, quanto sul piccolo e grande schermo, diventando anche assolute protagoniste di riviste specializzate pensate per un pubblico giovane (ovvero Ciao amici e Big, poi confluite in Ciao Big e Ciao 2001, ma anche Giovani e la successiva Qui giovani). Proprio a partire da queste specifiche testate, che per target e contenuti rappresentano oggi una fonte privilegiata di analisi, il presente intervento mira a riflettere sul modello di mascolinità proposto dal divismo giovanile nel corso degli anni Sessanta, analizzando nello specifico il caso esemplare di Gianni Morandi. Utilizzando strumenti propri alle ricerche sul divismo – in particolare alle riflessioni di Richard Dyer – e instaurando un dialogo con le più recenti riflessioni sulla mascolinità e sulla gioventù italiana, l’obiettivo dell’intervento è dimostrare come, nei suoi primi anni di carriera e in particolare nelle coeve riviste giovanili, l’immagine di Morandi proponga un determinato e coerente paradigma di mascolinità, allineandosi indirettamente a quell’idea di giovane delle tre “M” (mestiere, moglie e macchina) postulata da Alfassio Grimaldi e Bertoni. Nello specifico, dopo una breve introduzione di carattere storico-metodologico, si rintracceranno alcuni paradigmi rappresentativi ricorrenti nell’immagine del cantante-attore, ovvero il suo consolatorio ruolo di breadwinner, il rapporto codificato con la moglie e lo stretto legame con alcuni beni di consumo, a partire non a caso da quelli della motorizzazione. Riportando gli articoli più emblematici e significativi, si delineerà contestualmente il modello di mascolinità da lui suggerito, radicato in una tradizione rassicurante ma aperto a un dialogo con la modernità. In conclusione, si accennerà rapidamente alla crisi dell’immagine artistica di Morandi a inizio anni Settanta, dovuta, almeno in parte, a un superamento ormai irreversibile del prototipo di mascolinità da lui proposto fino a quel momento.
2023
9791254773123
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/454261
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