Lo scritto esamina il quadro normativo sui dati in possesso dal settore pubblico, partendo dalla prima direttiva europea in materia fino alla più recente, per poi analizzare lo stato dell'arte nel nostro ordinamento. Si sottolinea come i vantaggi, economici e non, che in particolare i big e gli open data portano con sé, non hanno lasciato indifferente l'U.E., la quale ha cominciato a regolare tale fenomeno inizialmente con la direttiva 2003/98/CE. In seguito, è stata emanata la direttiva 2013/37/Ue, poi modificata e aggiornata, nella consapevolezza dei recenti sviluppi in campo tecnologico, dalla direttiva 2019/1024/Ue, anche al fine di operare un'armonizzazione minima della normativa dei Paesi membri in ordine alle regole sull’accessibilità e sulla disponibilità dei dati pubblici. Per quanto riguarda l'ordinamento italiano, si analizza quanto previsto nel Codice dell’Amministrazione digitale e nel Codice della trasparenza evidenziando i contrasti tra la disciplina della privacy e la libertà di espressione. Viene, poi, rilevata l'importanza dei possibili scenari futuri nell'ordinamento italiano soprattutto per ciò che riguarda l'evoluzione del rapporto tra autorità e cittadino, tenendo conto delle trasformazioni dei meccanismi regolativi tradizionali del diritto pubblico e del diritto dell'economia.

Il riutilizzo dei dati pubblici come risorsa economica: problemi e prospettive

Luchena G;Cavaliere S
2020-01-01

Abstract

Lo scritto esamina il quadro normativo sui dati in possesso dal settore pubblico, partendo dalla prima direttiva europea in materia fino alla più recente, per poi analizzare lo stato dell'arte nel nostro ordinamento. Si sottolinea come i vantaggi, economici e non, che in particolare i big e gli open data portano con sé, non hanno lasciato indifferente l'U.E., la quale ha cominciato a regolare tale fenomeno inizialmente con la direttiva 2003/98/CE. In seguito, è stata emanata la direttiva 2013/37/Ue, poi modificata e aggiornata, nella consapevolezza dei recenti sviluppi in campo tecnologico, dalla direttiva 2019/1024/Ue, anche al fine di operare un'armonizzazione minima della normativa dei Paesi membri in ordine alle regole sull’accessibilità e sulla disponibilità dei dati pubblici. Per quanto riguarda l'ordinamento italiano, si analizza quanto previsto nel Codice dell’Amministrazione digitale e nel Codice della trasparenza evidenziando i contrasti tra la disciplina della privacy e la libertà di espressione. Viene, poi, rilevata l'importanza dei possibili scenari futuri nell'ordinamento italiano soprattutto per ciò che riguarda l'evoluzione del rapporto tra autorità e cittadino, tenendo conto delle trasformazioni dei meccanismi regolativi tradizionali del diritto pubblico e del diritto dell'economia.
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