La conciliazione giudiziale, quale strumento deflattivo del contenzioso tributario, è una tecnica di composizione della lite utilizzata dal legislatore per ridurre il numero dei giudizi pendenti dinanzi al giudice tributario con la partecipazione diretta del contribuente. La figura è frutto di una politica legislativa proiettata alla definizione, con mezzi alternativi, delle controversie pendenti tra fisco e contribuente, consentendo a quest’ultimo di estinguere il proprio debito tributario attraverso il patteggiamento delle somme dovute. L’introduzione di questo strumento deflattivo è sintomatica dell’evoluzione ordinamentale da un sistema basato su una visione conflittuale del rapporto tributario ad una struttura ordinante fondata sulla collaborazione e sulla fiducia reciproca, che consente di contemperare l’interesse dell’erario alla celere percezione del tributo e il diritto del contribuente ad essere tassato secondo la legge. In questa prospettiva, l’istituto della conciliazione giudiziale è parte integrante di una politica tributaria volta a conferire maggiore flessibilità all’attività dell’amministrazione finanziaria, non più ancorata a sistemi di azione unilaterale, ma caratterizzata da una dialettica dinamica tra fisco e contribuente, idonea a rafforzare l’efficacia e l’efficienza della macchina impositiva dello Stato. La conciliazione tende a garantire questa dialettica in una fase successiva a quella dell’accertamento, al fine di snellire il contenzioso pendente ed assicurare la celere liquidazione dei tributi mediante una soluzione concordata tra contribuente ed ente impositore, in grado di determinare la cessazione della materia del contendere.

La conciliazione giudiziale tributaria

Parente Salvatore Antonello
2023-01-01

Abstract

La conciliazione giudiziale, quale strumento deflattivo del contenzioso tributario, è una tecnica di composizione della lite utilizzata dal legislatore per ridurre il numero dei giudizi pendenti dinanzi al giudice tributario con la partecipazione diretta del contribuente. La figura è frutto di una politica legislativa proiettata alla definizione, con mezzi alternativi, delle controversie pendenti tra fisco e contribuente, consentendo a quest’ultimo di estinguere il proprio debito tributario attraverso il patteggiamento delle somme dovute. L’introduzione di questo strumento deflattivo è sintomatica dell’evoluzione ordinamentale da un sistema basato su una visione conflittuale del rapporto tributario ad una struttura ordinante fondata sulla collaborazione e sulla fiducia reciproca, che consente di contemperare l’interesse dell’erario alla celere percezione del tributo e il diritto del contribuente ad essere tassato secondo la legge. In questa prospettiva, l’istituto della conciliazione giudiziale è parte integrante di una politica tributaria volta a conferire maggiore flessibilità all’attività dell’amministrazione finanziaria, non più ancorata a sistemi di azione unilaterale, ma caratterizzata da una dialettica dinamica tra fisco e contribuente, idonea a rafforzare l’efficacia e l’efficienza della macchina impositiva dello Stato. La conciliazione tende a garantire questa dialettica in una fase successiva a quella dell’accertamento, al fine di snellire il contenzioso pendente ed assicurare la celere liquidazione dei tributi mediante una soluzione concordata tra contribuente ed ente impositore, in grado di determinare la cessazione della materia del contendere.
2023
978-88-3327-071-5
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