Siamo nel 1913. Una banale ruota di bicicletta, infilata al contrario in uno sgabello, viene presentata come opera d’arte. Dopo questa bizzarra e dissacratoria azione nulla sarebbe più potuto restare come prima; il fare artistico, le modalità espressive, le stesse definizioni di arte e di artista non sarebbero potute rimanere inalterate. Ma cosa ha rappresentato quel gesto? E quali conseguenze si sono avute? In definitiva: com’è andata a finire? E’ estremamente difficile rispondere a queste domande, dal momento che il gesto con il quale Marcel Duchamp rivoluziona il modo di concepire l’opera d’arte e la sua realizzazione avrà innumerevoli ed inattese conseguenze, tanto nell’ambito della pratica artistica quanto in quello della riflessione estetica. In questa sede ci interessa, però, focalizzare l’attenzione su uno dei tanti elementi, formali e concettuali, che potrebbero essere richiamati ed analizzati in relazione alla svolta duchampiana e che ora poniamo sottoforma di quesito: dopo Marcel Duchamp, come si configura il rapporto tra arte e realtà? E quale nesso c’è tra oggetto reale ed oggetto artistico? Possiamo avvicinarci alla questione che tali domande pongono, iniziando con il far riferimento ad una categoria centrale dell’estetica: il sublime.

Le seduzioni del banale. Marcel Duchamp e Robert Rauschenberg

Giacomo Fronzi
2008-01-01

Abstract

Siamo nel 1913. Una banale ruota di bicicletta, infilata al contrario in uno sgabello, viene presentata come opera d’arte. Dopo questa bizzarra e dissacratoria azione nulla sarebbe più potuto restare come prima; il fare artistico, le modalità espressive, le stesse definizioni di arte e di artista non sarebbero potute rimanere inalterate. Ma cosa ha rappresentato quel gesto? E quali conseguenze si sono avute? In definitiva: com’è andata a finire? E’ estremamente difficile rispondere a queste domande, dal momento che il gesto con il quale Marcel Duchamp rivoluziona il modo di concepire l’opera d’arte e la sua realizzazione avrà innumerevoli ed inattese conseguenze, tanto nell’ambito della pratica artistica quanto in quello della riflessione estetica. In questa sede ci interessa, però, focalizzare l’attenzione su uno dei tanti elementi, formali e concettuali, che potrebbero essere richiamati ed analizzati in relazione alla svolta duchampiana e che ora poniamo sottoforma di quesito: dopo Marcel Duchamp, come si configura il rapporto tra arte e realtà? E quale nesso c’è tra oggetto reale ed oggetto artistico? Possiamo avvicinarci alla questione che tali domande pongono, iniziando con il far riferimento ad una categoria centrale dell’estetica: il sublime.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/432781
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