Nella caoticità dell’universo dei mezzi di comunicazione di massa, caratterizzato da un acceso contrasto tra istanze e interessi confliggenti, da un’esasperata tendenza alla creazione di falsi modelli, da un costante ricorso al sensazionalismo (facendo appello ad una reale o presunta perdita di libertà), si è resa più urgente, negli ultimi tempi, la necessità di definire, chiarire e rendere esplicite le regole alle quali dovrebbe essere improntata l’azione dei media. Le innumerevoli “questioni morali”, di volta in volta evocate e rievocate in assenza di un atteggiamento politico, civile e culturale sanzionatorio nei confronti di comportamenti inaccettabili in una società moderna e democratica, non appartengono al solo territorio della politica.
Valgono ancora le regole dell’etica nella comunicazione?
Giacomo Fronzi
2010-01-01
Abstract
Nella caoticità dell’universo dei mezzi di comunicazione di massa, caratterizzato da un acceso contrasto tra istanze e interessi confliggenti, da un’esasperata tendenza alla creazione di falsi modelli, da un costante ricorso al sensazionalismo (facendo appello ad una reale o presunta perdita di libertà), si è resa più urgente, negli ultimi tempi, la necessità di definire, chiarire e rendere esplicite le regole alle quali dovrebbe essere improntata l’azione dei media. Le innumerevoli “questioni morali”, di volta in volta evocate e rievocate in assenza di un atteggiamento politico, civile e culturale sanzionatorio nei confronti di comportamenti inaccettabili in una società moderna e democratica, non appartengono al solo territorio della politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.