La critica musicale oggi risente di una sorta di “giornalizzazione” o “cronachizzazione”, in virtù della quale l’analisi che penetra il corpo musicale, facendolo interagire con lo stato del materiale musicale, con la situazione politico-sociale e con le stazioni culturali passate, presenti e ipotizzando le future, cede il terreno alla descrizione sic et simpliciter. A questo va aggiunto che i critici di professione sembrano retrocedere rispetto ad una piena, chiara e consapevole valutazione di tendenze musicali che potremmo definire conservatrici, delle quali il gradiente progressista (che dovrebbe garantire il signum dell’artisticità) sembra offuscato da un’indebita, ma proficua, commercializzazione dello spirito. In questo quadro, è interessante riprendere alcune pagine di un maestro del pensiero critico del Novecento, Theodor W. Adorno (1903-1969), del quale molto si sa, ma a cui sempre di meno ci si rivolge, non con l’obiettivo nostalgico di ricollocare in cattedra il tanto amato e tanto avversato Professor, quanto allo scopo di ripensare possibili modelli critici ed un’auspicabile dialettica aperta che sembrano essere gli strumenti di cui è privo l’uomo d’oggi.

A proposito di critica e di critica musicale. Su Adorno

Giacomo Fronzi
2012-01-01

Abstract

La critica musicale oggi risente di una sorta di “giornalizzazione” o “cronachizzazione”, in virtù della quale l’analisi che penetra il corpo musicale, facendolo interagire con lo stato del materiale musicale, con la situazione politico-sociale e con le stazioni culturali passate, presenti e ipotizzando le future, cede il terreno alla descrizione sic et simpliciter. A questo va aggiunto che i critici di professione sembrano retrocedere rispetto ad una piena, chiara e consapevole valutazione di tendenze musicali che potremmo definire conservatrici, delle quali il gradiente progressista (che dovrebbe garantire il signum dell’artisticità) sembra offuscato da un’indebita, ma proficua, commercializzazione dello spirito. In questo quadro, è interessante riprendere alcune pagine di un maestro del pensiero critico del Novecento, Theodor W. Adorno (1903-1969), del quale molto si sa, ma a cui sempre di meno ci si rivolge, non con l’obiettivo nostalgico di ricollocare in cattedra il tanto amato e tanto avversato Professor, quanto allo scopo di ripensare possibili modelli critici ed un’auspicabile dialettica aperta che sembrano essere gli strumenti di cui è privo l’uomo d’oggi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/431902
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