Questo studio riguarda cinque grandi autori della letteratura italiana contemporanea – in rigoroso ordine anagrafico Curzio Malaparte, Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci e Roberto Saviano – che condividono a nostro avviso una caratteristica peculiare: quella di essere scrittori inquieti o, meglio, “senza quiete”. Non si allude qui tanto a una condizione dello spirito, quanto alla difficoltà a restare “in quiete”, a sentirsi, cioè, a proprio agio nei canoni, nelle convenzioni, nelle consuetudini del proprio tempo. L’“inquietudine” che li contraddistingue è da rintracciare primariamente nel loro spirito anarchico, nella loro eccentricità rispetto alla norma e nella loro attitudine autonoma e anticonformista, che si sono espressi nel rifiuto radicale di accettare il “quieto vivere”, ciò che Majakovskij ha definito una volta con parole fulminanti «l’infame buon senso».
Scrittori senza quiete. Da Pasolini a Saviano
Altamura G
2023-01-01
Abstract
Questo studio riguarda cinque grandi autori della letteratura italiana contemporanea – in rigoroso ordine anagrafico Curzio Malaparte, Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci e Roberto Saviano – che condividono a nostro avviso una caratteristica peculiare: quella di essere scrittori inquieti o, meglio, “senza quiete”. Non si allude qui tanto a una condizione dello spirito, quanto alla difficoltà a restare “in quiete”, a sentirsi, cioè, a proprio agio nei canoni, nelle convenzioni, nelle consuetudini del proprio tempo. L’“inquietudine” che li contraddistingue è da rintracciare primariamente nel loro spirito anarchico, nella loro eccentricità rispetto alla norma e nella loro attitudine autonoma e anticonformista, che si sono espressi nel rifiuto radicale di accettare il “quieto vivere”, ciò che Majakovskij ha definito una volta con parole fulminanti «l’infame buon senso».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.