L’etnografia – di tipica vocazione micro-sociale – ha retto il confronto con talune macro-discipline che non si sono però disposte ad una più corretta accoglienza delle sue argomentazioni. Inducendola così a definire con sempre più nitida precisione i propri orizzonti scientifici (più ancora che disciplinari), conseguendone un così rigoroso congegno teorico da consentirle un più che prestigioso posizionamento nell’ordinamento accademico. Pertanto, non viene più considerata né una disciplina allo stato nascente e neanche un coacervo di pratiche “in decomposizione”, connotandosi piuttosto come un autentico lavoro in progress. È in tale prospettiva che vanno filtrate le proposte del presente volume, i cui Autori pervengono – alla spicciolata – a più originali letture di mondo certamente più adeguate a rappresentare standard di “complessità” che raramente si è riversata nella scelta dei culturi delle scienze umane e sociali di strumenti adeguati per scandagliare motu proprio i “luoghi delle [loro] applicazioni”. Tanto da indurli tutti a far ricorso ad una metodolatria i cui effetti continuano ad essere altrettanto perniciosi di quelli provocati ai danni delle altre discipline del comparto delle scienze umane e sociali. L’etnografia ha così strutturato una specifica consapevolezza ‘politica’ del proprio posizionamento epistemologico oltre che della propria collocazione accademica, consentendo ai propri addetti ai lavori di utilizzare impianti teorici e apparati metodologici così come vengono perfezionandosi “nella ricerca”. Tutto ciò dà ragione del carattere “originale” del presente volume che non risulta affatto pre-confezionato da ipotesi formulate prima “del campo” che, nella fattispecie, corrisponde giusto al lavoro con cui si sono assemblati i diversi saggi degli Autori i quali hanno inteso affrontare la sfida di correlare il dissenso da “leggere” con chiavi di interpretazione etnografica. Tomo I – Vengono qui indagate – in due sezioni tematiche: le Teorie e i Discorsi – talune forme di dissenso situate in corrispettivi ambiti etnografici. Lungi, tuttavia, dal far dipendere le argomentazioni a sostegno di una tale continuità da astratte speculazioni teoreticistiche, magari giustificandole come prassi riduttivamente politicizzata – i saggi proposti sono piuttosto impegnati a non sfilacciare la compattezza dei corpi sociali analizzati. Si tratta solo – ed è questa la “fatica” che si chiede al lettore – di cogliere in coerente continuità gli aspetti contenutistici (relativi al dissenso) e quelli metodologici (propri dell’investigazione etnografica) con cui sono rigorosamente costruiti i saggi di Khosrow Bagheri Noaparast, Fiorella Battaglia, Antonio Carnevale, Andrea Cavazzini, Roberta Cavicchioli, Massimo Conte, Vito Antonio D’Armento, Santa De Siena, Silvia Ferrari, Diego Fusaro, Eugenio Imbriani, Sante Maletta, Antonio Marsella, Maurizio Merico, Peter Murphy, Julian Nida-Rümelin, Mimmo Pesare, Teresa Serra, Orazio Maria Valastro, Yusef Waghid.
Etnografie del dissenso (Vol. 1)
Antonio Carnevale
Conceptualization
2017-01-01
Abstract
L’etnografia – di tipica vocazione micro-sociale – ha retto il confronto con talune macro-discipline che non si sono però disposte ad una più corretta accoglienza delle sue argomentazioni. Inducendola così a definire con sempre più nitida precisione i propri orizzonti scientifici (più ancora che disciplinari), conseguendone un così rigoroso congegno teorico da consentirle un più che prestigioso posizionamento nell’ordinamento accademico. Pertanto, non viene più considerata né una disciplina allo stato nascente e neanche un coacervo di pratiche “in decomposizione”, connotandosi piuttosto come un autentico lavoro in progress. È in tale prospettiva che vanno filtrate le proposte del presente volume, i cui Autori pervengono – alla spicciolata – a più originali letture di mondo certamente più adeguate a rappresentare standard di “complessità” che raramente si è riversata nella scelta dei culturi delle scienze umane e sociali di strumenti adeguati per scandagliare motu proprio i “luoghi delle [loro] applicazioni”. Tanto da indurli tutti a far ricorso ad una metodolatria i cui effetti continuano ad essere altrettanto perniciosi di quelli provocati ai danni delle altre discipline del comparto delle scienze umane e sociali. L’etnografia ha così strutturato una specifica consapevolezza ‘politica’ del proprio posizionamento epistemologico oltre che della propria collocazione accademica, consentendo ai propri addetti ai lavori di utilizzare impianti teorici e apparati metodologici così come vengono perfezionandosi “nella ricerca”. Tutto ciò dà ragione del carattere “originale” del presente volume che non risulta affatto pre-confezionato da ipotesi formulate prima “del campo” che, nella fattispecie, corrisponde giusto al lavoro con cui si sono assemblati i diversi saggi degli Autori i quali hanno inteso affrontare la sfida di correlare il dissenso da “leggere” con chiavi di interpretazione etnografica. Tomo I – Vengono qui indagate – in due sezioni tematiche: le Teorie e i Discorsi – talune forme di dissenso situate in corrispettivi ambiti etnografici. Lungi, tuttavia, dal far dipendere le argomentazioni a sostegno di una tale continuità da astratte speculazioni teoreticistiche, magari giustificandole come prassi riduttivamente politicizzata – i saggi proposti sono piuttosto impegnati a non sfilacciare la compattezza dei corpi sociali analizzati. Si tratta solo – ed è questa la “fatica” che si chiede al lettore – di cogliere in coerente continuità gli aspetti contenutistici (relativi al dissenso) e quelli metodologici (propri dell’investigazione etnografica) con cui sono rigorosamente costruiti i saggi di Khosrow Bagheri Noaparast, Fiorella Battaglia, Antonio Carnevale, Andrea Cavazzini, Roberta Cavicchioli, Massimo Conte, Vito Antonio D’Armento, Santa De Siena, Silvia Ferrari, Diego Fusaro, Eugenio Imbriani, Sante Maletta, Antonio Marsella, Maurizio Merico, Peter Murphy, Julian Nida-Rümelin, Mimmo Pesare, Teresa Serra, Orazio Maria Valastro, Yusef Waghid.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.