Il turismo svolge un ruolo strategico per l’economia italiana. In Europa contribuisce per oltre il 10% del PIL (tra attività diretta- mente connesse e indotto) e per oltre il 12% dell’occupazione: l’Europa è infatti la prima destinazione turistica mondiale e nel 2019 rappresentava poco più del 50% del totale degli arrivi inter- nazionali (quasi 1,5 miliardi di persone a livello mondiale) (OCSE, 2020). La pandemia da Covid-19 ha colpito molto duramente questo settore incidendo in modo travolgente e istantaneo sulle principali determinanti del movimento turistico a livello globale: il tempo libero, il reddito disponibile e soprattutto la libertà di movimento. Le restrizioni alla mobilità interna (lockdown) e internazionale a partire dalla primavera 2020 hanno determinato un improvviso e repentino crollo della domanda, impedendo la possibilità stessa di viaggiare e quindi di fare turismo. La crisi economica generata dal Covid-19, inoltre, riducendo la disponibilità di reddito per molte persone, ha aumentato l’incertezza sul futuro e influito negativa- mente sulla predisposizione a viaggiare. È noto che la disponibilità di moneta per il turismo sia correlata in modo diretto al livello di reddito e che la spesa turistica diminuisca più che proporzional- mente al diminuire del reddito, specie quando questo raggiunge livelli medio bassi, fino ad azzerarsi completamente sotto certi limiti di reddito. Nonostante l’avvio e la rapida diffusione della campagna vaccinale e il varo di nuove misure di contenimento per regolamen- tare e mettere in sicurezza il settore dei viaggi, anche nel 2021 il mercato turistico non si è ripreso; al contrario, esso ha visto ulteriormente aggravare la situazione a causa dell’impennata dei contagi registrata in autunno con la diffusione di nuove varianti del virus, che hanno prodotto un elevato numero di quarantene e isolamenti, cui sono seguite cancellazioni in massa di vacanze già prenotate e il caos nei trasporti dovuto al mancato decollo di centinaia di aerei. Così, ai motivi precedenti, si è aggiunta un’ulte- riore causa di crisi legata all’incertezza che stavolta non riguarda soltanto le aspettative di reddito, ma ha a che fare con il timore che le misure di sicurezza e protezione adottate nei diversi Paesi siano inefficaci, una sensazione destinata a rappresentare un elemento strutturale nelle scelte di viaggio del turista post-pandemico.

L’IMPATTO DEL PNRR SUL TURISMO DEL POST PANDEMIA TRA VECCHI SCHEMI E NUOVE SFIDE

BUONGIORNO ALESSANDRO;INTINI MARIO
In corso di stampa

Abstract

Il turismo svolge un ruolo strategico per l’economia italiana. In Europa contribuisce per oltre il 10% del PIL (tra attività diretta- mente connesse e indotto) e per oltre il 12% dell’occupazione: l’Europa è infatti la prima destinazione turistica mondiale e nel 2019 rappresentava poco più del 50% del totale degli arrivi inter- nazionali (quasi 1,5 miliardi di persone a livello mondiale) (OCSE, 2020). La pandemia da Covid-19 ha colpito molto duramente questo settore incidendo in modo travolgente e istantaneo sulle principali determinanti del movimento turistico a livello globale: il tempo libero, il reddito disponibile e soprattutto la libertà di movimento. Le restrizioni alla mobilità interna (lockdown) e internazionale a partire dalla primavera 2020 hanno determinato un improvviso e repentino crollo della domanda, impedendo la possibilità stessa di viaggiare e quindi di fare turismo. La crisi economica generata dal Covid-19, inoltre, riducendo la disponibilità di reddito per molte persone, ha aumentato l’incertezza sul futuro e influito negativa- mente sulla predisposizione a viaggiare. È noto che la disponibilità di moneta per il turismo sia correlata in modo diretto al livello di reddito e che la spesa turistica diminuisca più che proporzional- mente al diminuire del reddito, specie quando questo raggiunge livelli medio bassi, fino ad azzerarsi completamente sotto certi limiti di reddito. Nonostante l’avvio e la rapida diffusione della campagna vaccinale e il varo di nuove misure di contenimento per regolamen- tare e mettere in sicurezza il settore dei viaggi, anche nel 2021 il mercato turistico non si è ripreso; al contrario, esso ha visto ulteriormente aggravare la situazione a causa dell’impennata dei contagi registrata in autunno con la diffusione di nuove varianti del virus, che hanno prodotto un elevato numero di quarantene e isolamenti, cui sono seguite cancellazioni in massa di vacanze già prenotate e il caos nei trasporti dovuto al mancato decollo di centinaia di aerei. Così, ai motivi precedenti, si è aggiunta un’ulte- riore causa di crisi legata all’incertezza che stavolta non riguarda soltanto le aspettative di reddito, ma ha a che fare con il timore che le misure di sicurezza e protezione adottate nei diversi Paesi siano inefficaci, una sensazione destinata a rappresentare un elemento strutturale nelle scelte di viaggio del turista post-pandemico.
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