Il volume affronta lo studio degli insediamenti umani rurali nell’ambito di quella porzione della Sicilia orientale, definita ‘calatino’, ricadente nel comprensorio della valle del Margi e dei fiumi Gornalunga, Dirillo e Tempio tra la catena Iblea e quella Erea, per il periodo compreso tra l’età imperiale e quella tardo-romana, approfondendo le dinamiche e le scelte insediative ed il loro collegamento con la viabilità primaria e secondaria fino all’età medievale (il volume è corredato da una serie di tavole I.G.M. in cui è ricostruito tutto il tracciato viario, alla luce delle indagini topografiche ed archeologiche sul terreno, e dell’analisi comparata fra la cartografia tardoromana dell’Itinerarium Antonini, quella militare settecentesca realizzata dal generale S. von Schmettau e le aereofotogrammetrie realizzate da D. Adamesteanu negli anni ‘50). Attraverso questo studio comparato si propone anche la ricostruzione del tratto a Catania-Philosophianis lungo la strada a Catina-Agrigentum, attraverso l’identificazione di Capitoniana (prima statio di sosta che si incontrava con la villa rustica rinvenuta in Contrada Favarotta-Tenuta Grande nella piana del Margi in territorio di Mineo, nei pressi del sito di Rocchicella-Paliké) e di quella di Gela o Gelasium, mutatio nei prediis Philospohianis, identificabile verosimilmente nei resti dell’insediamento di Contrada Maddalena. L'analisi degli insediamenti romani ha rivelato in questa regione un elevato grado di omogeneità, sia a livello geografico che culturale e materiale, ed una stretta connessione tra la continuità abitativa dei siti (spesso sin dalle epoche pre- o protostoriche) e l'uso ininterrotto e regolare delle strade, la cui origine rimanda spesso alle trazzere (di età preistorica e legate alla transumanza delle greggi), in parte ancora tutt’oggi in uso (secondo quella longue durée che caratterizza molti insediamenti rurali e molti percorsi dell’entroterra siciliano). Viene presentata un’ampia documentazione sulle testimonianze materiali (ceramica, metalli, vetri, monete, epigrafi), che contribuisce a portare alla luce un panorama archeologico differente rispetto a quello conosciuto dalla tradizionale letteratura archeologica (esempio ne è il borgo di Licodia Eubea) e ad evidenziare la diffusione e la prima organizzazione della religione cristiana nell’entroterra a livello di sistema sub-diocesale.

Il territorio calatino nella Sicilia imperiale e tardoromana

BONACINI E
2007-01-01

Abstract

Il volume affronta lo studio degli insediamenti umani rurali nell’ambito di quella porzione della Sicilia orientale, definita ‘calatino’, ricadente nel comprensorio della valle del Margi e dei fiumi Gornalunga, Dirillo e Tempio tra la catena Iblea e quella Erea, per il periodo compreso tra l’età imperiale e quella tardo-romana, approfondendo le dinamiche e le scelte insediative ed il loro collegamento con la viabilità primaria e secondaria fino all’età medievale (il volume è corredato da una serie di tavole I.G.M. in cui è ricostruito tutto il tracciato viario, alla luce delle indagini topografiche ed archeologiche sul terreno, e dell’analisi comparata fra la cartografia tardoromana dell’Itinerarium Antonini, quella militare settecentesca realizzata dal generale S. von Schmettau e le aereofotogrammetrie realizzate da D. Adamesteanu negli anni ‘50). Attraverso questo studio comparato si propone anche la ricostruzione del tratto a Catania-Philosophianis lungo la strada a Catina-Agrigentum, attraverso l’identificazione di Capitoniana (prima statio di sosta che si incontrava con la villa rustica rinvenuta in Contrada Favarotta-Tenuta Grande nella piana del Margi in territorio di Mineo, nei pressi del sito di Rocchicella-Paliké) e di quella di Gela o Gelasium, mutatio nei prediis Philospohianis, identificabile verosimilmente nei resti dell’insediamento di Contrada Maddalena. L'analisi degli insediamenti romani ha rivelato in questa regione un elevato grado di omogeneità, sia a livello geografico che culturale e materiale, ed una stretta connessione tra la continuità abitativa dei siti (spesso sin dalle epoche pre- o protostoriche) e l'uso ininterrotto e regolare delle strade, la cui origine rimanda spesso alle trazzere (di età preistorica e legate alla transumanza delle greggi), in parte ancora tutt’oggi in uso (secondo quella longue durée che caratterizza molti insediamenti rurali e molti percorsi dell’entroterra siciliano). Viene presentata un’ampia documentazione sulle testimonianze materiali (ceramica, metalli, vetri, monete, epigrafi), che contribuisce a portare alla luce un panorama archeologico differente rispetto a quello conosciuto dalla tradizionale letteratura archeologica (esempio ne è il borgo di Licodia Eubea) e ad evidenziare la diffusione e la prima organizzazione della religione cristiana nell’entroterra a livello di sistema sub-diocesale.
2007
978-14-0730-136-5
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