Il volume ricostruisce il quadro della fase tardo romana e paleocristiana del vicus di Licodia Eubea, centro sulle propaggini inferiori degli Iblei catanesi, noto quasi esclusivamente per la facies indigena omonima di epoca arcaica e per gli insediamenti di epoca greco-classica. Ad una revisione dei dati archeologici ed archivistici in nostro possesso (notizie di V. Cannizzo e P. Orsi agli inizi del 1900), questo studio ha potuto ricostruire un quadro di notevole interesse storico ed archeologico anche per l’epoca tardo romana, ribaltando l’opinione tradizionale che si trattasse di un centro relativamente ‘povero’ e costituito da rozzi contadini. Licodia doveva presentarsi piuttosto come una grossa borgata, intorno alla quale si sviluppava una costellazione di insediamenti minori e presso cui aveva già fortemente attecchito la religione cristiana. L’analisi della viabilità, spesso di ben più antica percorrenza, ha evidenziato lo stretto collegamento fra il centro abitato e le valli ed il collegamento con il mare, verosimilmente attraverso lo scalo di Kaukana. Posta al centro di questa viabilità, su cui uomini e merci circolavano vivacemente, gli abitanti di Licodia erano in grado di intercettare i maggiori flussi commerciali e di approvvigionarsi di manufatti di pregio (specialmente monili), purtroppo andati dispersi ma conservati nella memoria storico-letteraria di chi fece quei rinvenimenti.
Il borgo cristiano di Licodia Eubea
BONACINI E
2008-01-01
Abstract
Il volume ricostruisce il quadro della fase tardo romana e paleocristiana del vicus di Licodia Eubea, centro sulle propaggini inferiori degli Iblei catanesi, noto quasi esclusivamente per la facies indigena omonima di epoca arcaica e per gli insediamenti di epoca greco-classica. Ad una revisione dei dati archeologici ed archivistici in nostro possesso (notizie di V. Cannizzo e P. Orsi agli inizi del 1900), questo studio ha potuto ricostruire un quadro di notevole interesse storico ed archeologico anche per l’epoca tardo romana, ribaltando l’opinione tradizionale che si trattasse di un centro relativamente ‘povero’ e costituito da rozzi contadini. Licodia doveva presentarsi piuttosto come una grossa borgata, intorno alla quale si sviluppava una costellazione di insediamenti minori e presso cui aveva già fortemente attecchito la religione cristiana. L’analisi della viabilità, spesso di ben più antica percorrenza, ha evidenziato lo stretto collegamento fra il centro abitato e le valli ed il collegamento con il mare, verosimilmente attraverso lo scalo di Kaukana. Posta al centro di questa viabilità, su cui uomini e merci circolavano vivacemente, gli abitanti di Licodia erano in grado di intercettare i maggiori flussi commerciali e di approvvigionarsi di manufatti di pregio (specialmente monili), purtroppo andati dispersi ma conservati nella memoria storico-letteraria di chi fece quei rinvenimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.