Gli studi sul Neorealismo rosa hanno spesso solo parzialmente considerato le logiche di rappresentazione dei personaggi maschili, limitatamente concepiti come dei latin lover bonari e affascinanti. Questa definizione, già di per sé riduttiva, appare ancor più contestabile nel momento in cui non si indagano esclusivamente le differenti figure che appaiono sul grande schermo, ma anche l’immagine pubblica degli attori che concretamente le incarnano: aspiranti divi come Renato Salvatori e Nino Manfredi si pongono infatti come modelli di una mascolinità non binaria, che ripensa una pregressa virilità e la coniuga con stilemi propri alla figura dell’inetto. Tra le varie personalità che in modo più o meno continuativo hanno popolato queste pellicole, Maurizio Arena è uno dei casi più significativi, in quanto intreccia e rimodella questi due paradigmi tanto nelle scelte artistiche, quanto nella costruzione dell’immagine divistica. Circoscrivendo l’analisi alla fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta (periodo interessante in quanto segna l’apice e il declino del Neorealismo rosa), il presente intervento vuole dunque indagare la figura di Maurizio Arena, esempio di una mascolinità che, proprio nel suo essere egemonica al Neorealismo rosa, palesa una serie di complicazioni intrinseche alla corrente.
Mascolinità non binarie e neorealismo rosa. Il caso di Maurizio Arena
Landrini, Gabriele
2021-01-01
Abstract
Gli studi sul Neorealismo rosa hanno spesso solo parzialmente considerato le logiche di rappresentazione dei personaggi maschili, limitatamente concepiti come dei latin lover bonari e affascinanti. Questa definizione, già di per sé riduttiva, appare ancor più contestabile nel momento in cui non si indagano esclusivamente le differenti figure che appaiono sul grande schermo, ma anche l’immagine pubblica degli attori che concretamente le incarnano: aspiranti divi come Renato Salvatori e Nino Manfredi si pongono infatti come modelli di una mascolinità non binaria, che ripensa una pregressa virilità e la coniuga con stilemi propri alla figura dell’inetto. Tra le varie personalità che in modo più o meno continuativo hanno popolato queste pellicole, Maurizio Arena è uno dei casi più significativi, in quanto intreccia e rimodella questi due paradigmi tanto nelle scelte artistiche, quanto nella costruzione dell’immagine divistica. Circoscrivendo l’analisi alla fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta (periodo interessante in quanto segna l’apice e il declino del Neorealismo rosa), il presente intervento vuole dunque indagare la figura di Maurizio Arena, esempio di una mascolinità che, proprio nel suo essere egemonica al Neorealismo rosa, palesa una serie di complicazioni intrinseche alla corrente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.