Le istanze di una cittadinanza attiva e la crisi della politica

In quanto homo civicus (Cassano, 2004), per via del suo essere animale sociale (Aristotele, IV sec. a.C.), all’uomo è naturalmente affidato un bene comune che costituisce intrinsecamente l’intera comunità di appartenenza e giova soprattutto al singolo, in quanto ne sublima e realizza le innate tendenze: «il mondo cui apparteniamo è innanzitutto un mondo di cose, oggetti familiari e strumenti utilizzabili, di cui ci si prende cura [...] col mondo delle cose, però, il soggetto trova anche altri soggetti, che gli sono anch’essi familiari» (Bellingreri, 2017). Perché la necessità dell’aver cura possa essere intimamente compresa e così radicare nell’habitus di ogni individuo, diviene necessario un recupero di forme collaborative sinergetiche tra le agenzie formative che subentrano nell’educazione dei cittadini, in modo da riscattare quei bambini e ragazzi che, per via di penuria d’esempi, appaiono allo sbando (D’Addelfio, 2021). Soltanto così si potranno erigere e implementare comunità politiche metamorfiche e genuinamente partecipative.