Il volume traccia un profilo biografico di uno dei principali rappresentanti della Chiesa pugliese degli ultimi decenni del Novecento: monsignor Antonio Bello – per tutti don Tonino – portavoce di un pacifismo integrale che lo avrebbe portato ad assumere, nel 1985, la presidenza nazionale di Pax Christi, il movimento pacifista cattolico. L’analisi del saggio si sofferma, in particolare, sugli ultimi anni di attività – e di vita – di don Tonino Bello, tra la metà degli anni Ottanta e gli inizi del decennio successivo, quando il vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo di Puglia seppe leggere il mutamento di quegli anni, caratterizzati dalla fine del sistema bipolare che aveva governato il sistema delle relazioni nel secondo dopoguerra, attraverso le categorie evangeliche della pace e della convivenza tra i popoli. Per questo, egli espresse una ferma condanna della seconda guerra del Golfo, iniziata nel gennaio 1991 contro l’Iraq di Saddam Hussein, e si prodigò attivamente per portare a soluzione il problema della transizione dal comunismo alla democrazia nei paesi dei Balcani meridionali. Si ricorda, in particolare, l’organizzazione di una marcia di cinquecento pacifisti da Ancona a Sarajevo nel dicembre 1992, all’epoca assediata dai cecchini serbi, pochi mesi prima della morte, avvenuta nell’aprile dell’anno successivo, a causa di un male incurabile.
Da arco di guerra ad arca di pace. Don Tonino Bello e il problema della convivenza fra i popoli del Mediterraneo
IMPERATO F
2021-01-01
Abstract
Il volume traccia un profilo biografico di uno dei principali rappresentanti della Chiesa pugliese degli ultimi decenni del Novecento: monsignor Antonio Bello – per tutti don Tonino – portavoce di un pacifismo integrale che lo avrebbe portato ad assumere, nel 1985, la presidenza nazionale di Pax Christi, il movimento pacifista cattolico. L’analisi del saggio si sofferma, in particolare, sugli ultimi anni di attività – e di vita – di don Tonino Bello, tra la metà degli anni Ottanta e gli inizi del decennio successivo, quando il vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo di Puglia seppe leggere il mutamento di quegli anni, caratterizzati dalla fine del sistema bipolare che aveva governato il sistema delle relazioni nel secondo dopoguerra, attraverso le categorie evangeliche della pace e della convivenza tra i popoli. Per questo, egli espresse una ferma condanna della seconda guerra del Golfo, iniziata nel gennaio 1991 contro l’Iraq di Saddam Hussein, e si prodigò attivamente per portare a soluzione il problema della transizione dal comunismo alla democrazia nei paesi dei Balcani meridionali. Si ricorda, in particolare, l’organizzazione di una marcia di cinquecento pacifisti da Ancona a Sarajevo nel dicembre 1992, all’epoca assediata dai cecchini serbi, pochi mesi prima della morte, avvenuta nell’aprile dell’anno successivo, a causa di un male incurabile.File | Dimensione | Formato | |
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