Scopo dell'articolo è chiarire il ruolo dell’Italia all’interno dell’Alleanza atlantica durante gli anni dell’esperimento di centro-sinistra organico guidato da Aldo Moro. Il saggio si sofferma, innanzitutto, sul progetto di costituzione di una Forza Multilaterale nucleare, che, nelle intenzioni statunitensi, avrebbe dovuto soddisfare le ambizioni atomiche dei Paesi dell’Europa occidentale, imbrigliandole in un sistema di controllo collegiale. L’Italia si dimostrò favorevole al progetto, a differenza della Francia (che stava sviluppando una forza nucleare nazionale) e della Gran Bretagna (già dotata di armamenti nucleari e preoccupata degli oneri finanziari che avrebbe comportato il progetto). Esso, però, non andò in porto a causa proprio delle profonde divergenze tra gli alleati atlantici. Viene, poi, analizzata la crisi provocata dal ritiro della Francia dalla NATO, che il governo italiano visse con apprensione, temendo uno scollamento tra il fianco nord ed il fianco sud dei Paesi europei facenti parte dell’Alleanza atlantica. Si getta, infine, uno sguardo su alcune iniziative promosse dall’Italia per allargare i compiti dell’Alleanza atlantica dal campo della difesa ai settori economico e sociale. Si ricordano, in particolare, alcune proposte concernenti le relazioni fra NATO ed altri Paesi europei, e fra l’Alleanza e i Paesi in via di sviluppo, e una risoluzione volta a colmare il divario tecnologico tra Europa e Stati Uniti.
L'Italia del centro-sinistra e l'alleanza atlantica (1963-1968)
IMPERATO F
2008-01-01
Abstract
Scopo dell'articolo è chiarire il ruolo dell’Italia all’interno dell’Alleanza atlantica durante gli anni dell’esperimento di centro-sinistra organico guidato da Aldo Moro. Il saggio si sofferma, innanzitutto, sul progetto di costituzione di una Forza Multilaterale nucleare, che, nelle intenzioni statunitensi, avrebbe dovuto soddisfare le ambizioni atomiche dei Paesi dell’Europa occidentale, imbrigliandole in un sistema di controllo collegiale. L’Italia si dimostrò favorevole al progetto, a differenza della Francia (che stava sviluppando una forza nucleare nazionale) e della Gran Bretagna (già dotata di armamenti nucleari e preoccupata degli oneri finanziari che avrebbe comportato il progetto). Esso, però, non andò in porto a causa proprio delle profonde divergenze tra gli alleati atlantici. Viene, poi, analizzata la crisi provocata dal ritiro della Francia dalla NATO, che il governo italiano visse con apprensione, temendo uno scollamento tra il fianco nord ed il fianco sud dei Paesi europei facenti parte dell’Alleanza atlantica. Si getta, infine, uno sguardo su alcune iniziative promosse dall’Italia per allargare i compiti dell’Alleanza atlantica dal campo della difesa ai settori economico e sociale. Si ricordano, in particolare, alcune proposte concernenti le relazioni fra NATO ed altri Paesi europei, e fra l’Alleanza e i Paesi in via di sviluppo, e una risoluzione volta a colmare il divario tecnologico tra Europa e Stati Uniti.File | Dimensione | Formato | |
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