Oltre duemiladuecento cittadini, aderenti all’organizzazione Bündnis Bürgerwille, guidata da Bernd Lucke, economista e fondatore del partito della destra radicale Alternative für Detuschland, balzato alle cronache per le posizioni conservatrici ed euroscettiche, sono ricorsi al BVerfG tramite Verfassungsbeschwerde a seguito dell’approvazione della legge di ratifica (Eigenmittelbeschluss-Ratifizierungsgesetz), altresì presentando una istanza cautelare ai sensi dell’art. 32 BVerfGG, ai fini di inibire la promulgazione della legge da parte del Bundespräsident. Alla decisione cautelare, emessa il 29 aprile 2021, è seguita, il 6 dicembre scorso, la pronuncia di merito, che con una corposa motivazione ha rigettato il ricorso non rilevando nella decisione che istituisce lo EURI gli estremi di un atto delle istituzioni europee adottato ultra-vires, e ritenendo che la sua ratifica non costituisca un trasferimento di poteri sovrani alle istituzioni europee idoneo a svuotare le competenze in materia di bilancio del Bundestag e dunque a sopprimere il nucleo centrale del diritto all’autodeterminazione democratica, non minando dunque l’identità costituzionale. La decisione merita di essere sottoposta ad attenta analisi, tanto in ragione del suo rilievo rispetto alle sorti del programma Next Generation EU, quanto alla luce delle considerazioni svolte dal Tribunale costituzionale e che hanno un indubbio impatto sulle prospettive di integrazione europea, sulla capacità di costituire meccanismi più stabili finalizzati a un debito comune europeo, nonché sulle aspettative e sulle discussioni concernenti l’integrazione fiscale e di bilancio nella zona euro.

Il Bundesverfassungsgericht tra paradossi e ragion di stato. Le strade dell'integrazione europea alla luce della Eigenmittelbeschluss-Urteil

Giuseppe Naglieri
2022-01-01

Abstract

Oltre duemiladuecento cittadini, aderenti all’organizzazione Bündnis Bürgerwille, guidata da Bernd Lucke, economista e fondatore del partito della destra radicale Alternative für Detuschland, balzato alle cronache per le posizioni conservatrici ed euroscettiche, sono ricorsi al BVerfG tramite Verfassungsbeschwerde a seguito dell’approvazione della legge di ratifica (Eigenmittelbeschluss-Ratifizierungsgesetz), altresì presentando una istanza cautelare ai sensi dell’art. 32 BVerfGG, ai fini di inibire la promulgazione della legge da parte del Bundespräsident. Alla decisione cautelare, emessa il 29 aprile 2021, è seguita, il 6 dicembre scorso, la pronuncia di merito, che con una corposa motivazione ha rigettato il ricorso non rilevando nella decisione che istituisce lo EURI gli estremi di un atto delle istituzioni europee adottato ultra-vires, e ritenendo che la sua ratifica non costituisca un trasferimento di poteri sovrani alle istituzioni europee idoneo a svuotare le competenze in materia di bilancio del Bundestag e dunque a sopprimere il nucleo centrale del diritto all’autodeterminazione democratica, non minando dunque l’identità costituzionale. La decisione merita di essere sottoposta ad attenta analisi, tanto in ragione del suo rilievo rispetto alle sorti del programma Next Generation EU, quanto alla luce delle considerazioni svolte dal Tribunale costituzionale e che hanno un indubbio impatto sulle prospettive di integrazione europea, sulla capacità di costituire meccanismi più stabili finalizzati a un debito comune europeo, nonché sulle aspettative e sulle discussioni concernenti l’integrazione fiscale e di bilancio nella zona euro.
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