The remuneration committees have currently undergone an important reform which has made them the focal point in the governance of Top management incentive- payments. The aim of this work is to investigate the scope of this change in the banking sector and to verify, by means of an «effectiveness rating», how those bodies are improving their operation. The analysis shows the high diffusion of such committees, despite their yet strongly improvable effectiveness. At the same time the study shows which characteristics of committees mainly affect the effectiveness rating and which economic dimensions are associated with a higher quality of their action.
Le prassi retributive delle banche hanno assunto un ruolo particolarmente critico, riconosciuto tale sia dalla letteratura che dalla regolamentazione (Mieli 2010; FSB 2009a; 2009b; CEBS 2010a; BCBS 2010a; Conti 2009), nell’ambito della crisi finanziaria internazionale che ha preso avvio nel 2007 ed è tuttora in corso. L’incidenza delle politiche di remunerazione, manifestatasi in maniera evidente specie in relazione all’incremento del profilo di rischiosità degli intermediari, ha posto in luce l’importanza di predisporre un’adeguata governance delle stesse, nonché la necessità di calibrare correttamente le modalità attraverso le quali esse vengono formulate. Sebbene la competenza in materia di governo e struttura dei sistemi retributivi della classe dirigenziale sia attribuita essenzialmente ai Consigli di Amministrazione (CDA), a cui spetta il potere decisionale (Kesner 1988; Daily et al. 1998), un ruolo importante compete ai comitati di remunerazione, organismi la cui costituzione è da tempo consigliata dalle norme di autodisciplina in materia di governo societario (cfr. codici di autodisciplina, Brogi 2008) e sui quali la più recente regolamentazione ha puntato l’attenzione, sottolineandone la valenza strategica ai fini della determinazione delle buone prassi retributive, specie per le istituzioni finanziarie di maggiori dimensioni (FSB 2009a; Banca d’Italia 2011; Parlamento e Consiglio europeo 2010).
I comitati di remunerazione nelle banche europee: un’analisi del grado di efficacia
Antonio Dell’Atti;Mariantonietta Intonti;Antonia Patrizia Iannuzzi
2012-01-01
Abstract
Le prassi retributive delle banche hanno assunto un ruolo particolarmente critico, riconosciuto tale sia dalla letteratura che dalla regolamentazione (Mieli 2010; FSB 2009a; 2009b; CEBS 2010a; BCBS 2010a; Conti 2009), nell’ambito della crisi finanziaria internazionale che ha preso avvio nel 2007 ed è tuttora in corso. L’incidenza delle politiche di remunerazione, manifestatasi in maniera evidente specie in relazione all’incremento del profilo di rischiosità degli intermediari, ha posto in luce l’importanza di predisporre un’adeguata governance delle stesse, nonché la necessità di calibrare correttamente le modalità attraverso le quali esse vengono formulate. Sebbene la competenza in materia di governo e struttura dei sistemi retributivi della classe dirigenziale sia attribuita essenzialmente ai Consigli di Amministrazione (CDA), a cui spetta il potere decisionale (Kesner 1988; Daily et al. 1998), un ruolo importante compete ai comitati di remunerazione, organismi la cui costituzione è da tempo consigliata dalle norme di autodisciplina in materia di governo societario (cfr. codici di autodisciplina, Brogi 2008) e sui quali la più recente regolamentazione ha puntato l’attenzione, sottolineandone la valenza strategica ai fini della determinazione delle buone prassi retributive, specie per le istituzioni finanziarie di maggiori dimensioni (FSB 2009a; Banca d’Italia 2011; Parlamento e Consiglio europeo 2010).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.