Se nessuno dubita che il diritto abbia alimentato l’immaginario cinematografico ispirando film e serie televisive che hanno segnato profondamente la cultura dei giuristi e della pubblica opinione; in pochi si sono accorti di come anche il discorso giuridico si sia lasciato contaminare dal lessico e dall’estetica del linguaggio filmico. Ricostruendo l’archeologia e la genealogia di termini come ‘dispositivo’, ‘spettatore’ e ‘montaggio’, che provengono dal linguaggio e dalla teoria filmica ma che, da qualche decennio, sono migrati anche nel vocabolario di alcune teorie del diritto, il volume intende mostrare come il cinema non sia solo uno dei più potenti meta-linguaggi per raccontare il variegato universo della normatività; ma sia diventato anche un linguaggio prezioso per immaginare nuovi modelli di costruzione dell’ordine sociale. Seguendo il percorso inaugurato dal precedente volume Barocco giuridico. Osservatori, osservanti, spettatori [2017], di cui queste pagine sono un’ideale prosecuzione, la ricerca costituisce una breve introduzione ad una possibile teoria cinematografica del diritto: non solo un invito a leggere il diritto attraverso il cinema, ma a ripensare cinematograficamente il discorso giuridico con l’ambizione di scorgere nuovi paesaggi teorici e concettuali, oltre la crisi delle forme del discorso normativo del Novecento.
Cinema e risemantizzazione del diritto. Dispositivi, spettatori, montaggi
Guglielmo Siniscalchi
2023-01-01
Abstract
Se nessuno dubita che il diritto abbia alimentato l’immaginario cinematografico ispirando film e serie televisive che hanno segnato profondamente la cultura dei giuristi e della pubblica opinione; in pochi si sono accorti di come anche il discorso giuridico si sia lasciato contaminare dal lessico e dall’estetica del linguaggio filmico. Ricostruendo l’archeologia e la genealogia di termini come ‘dispositivo’, ‘spettatore’ e ‘montaggio’, che provengono dal linguaggio e dalla teoria filmica ma che, da qualche decennio, sono migrati anche nel vocabolario di alcune teorie del diritto, il volume intende mostrare come il cinema non sia solo uno dei più potenti meta-linguaggi per raccontare il variegato universo della normatività; ma sia diventato anche un linguaggio prezioso per immaginare nuovi modelli di costruzione dell’ordine sociale. Seguendo il percorso inaugurato dal precedente volume Barocco giuridico. Osservatori, osservanti, spettatori [2017], di cui queste pagine sono un’ideale prosecuzione, la ricerca costituisce una breve introduzione ad una possibile teoria cinematografica del diritto: non solo un invito a leggere il diritto attraverso il cinema, ma a ripensare cinematograficamente il discorso giuridico con l’ambizione di scorgere nuovi paesaggi teorici e concettuali, oltre la crisi delle forme del discorso normativo del Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.