Il saggio analizza nascita ed evoluzione della Conferenza Stato-Regioni scandendo due fasi: la prima, precedente alle riforme costituzionali del Titolo V, in cui ha svolto una funzione prevalentemente burocratica e “ancillare” rispetto alla capacità del Governo di indirizzare e condizionare le politiche regionali; la seconda, successiva in particolare al rafforzamento dei presidenti regionali conseguente alla l. cost. 1/1999, in cui ha spesso operato come organo esponenziale una sorta di “fronte regionale comune”, contrapposto al Governo, divenendo luogo della negoziazione politica fra esecutivi di Stato e Regioni. Vengono infine analizzate talune criticità strutturali della Conferenza e i possibili impatti dell’eventuale approvazione della riforma costituzionale cd. Renzi-Boschi sul sistema delle relazioni intergovernative.
La Conferenza Stato-Regioni. Vizi e virtù di un organo "a geometria variabile".
luca dell'atti
2016-01-01
Abstract
Il saggio analizza nascita ed evoluzione della Conferenza Stato-Regioni scandendo due fasi: la prima, precedente alle riforme costituzionali del Titolo V, in cui ha svolto una funzione prevalentemente burocratica e “ancillare” rispetto alla capacità del Governo di indirizzare e condizionare le politiche regionali; la seconda, successiva in particolare al rafforzamento dei presidenti regionali conseguente alla l. cost. 1/1999, in cui ha spesso operato come organo esponenziale una sorta di “fronte regionale comune”, contrapposto al Governo, divenendo luogo della negoziazione politica fra esecutivi di Stato e Regioni. Vengono infine analizzate talune criticità strutturali della Conferenza e i possibili impatti dell’eventuale approvazione della riforma costituzionale cd. Renzi-Boschi sul sistema delle relazioni intergovernative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.