Ho accettato con grande piacere e con non poche emozioni, il cortese e dolce invito della collega Prof. Marina De Nicolò, moglie del Prof. Giuseppe Russillo, di fornire un mio contributo, al volume che intende ricordarlo. Ho conosciuto il Prof Russillo, mentre ero ancora studente, negli anni ottanta e viaggiavo su e giù da Roma per formarmi come psicoterapeuta e contestualmente lavoravo, nel settore della riabilitazione psichiatrica e della deistituzionalizzazione dei malati di mente, per un ente del privato sociale. Successivamente, dopo essermi licenziato per contrasti, nella gestione delle strutture intermedie in psichiatria, con la dirigenza dell’ente del privato sociale, da cui ero stato assunto, iniziai a lavorare come “ esperto e consulente ex. Art. 80, presso alcuni Istituti Penitenziari della Regione Puglia. Siamo nel periodo immediatamente successivo alla promulgazione della Legge 180 del 1978 e la nostra conoscenza e poi amicizia fu favorita da un altro importante intellettuale della nostra città e della nostra università, amico e collega di Beppe Russilo, e suo conterraneo, ( entrambi lucani), con cui ho avuto l’onore ed il piacere di collaborare negli anni,e con cui in quegli anni in particolare, collaboravo per alcune ricerche sul campo, e che è scomparso di recente, il Prof. Vincenzo Persichella, docente di sociologia all’Università di Bari. Con entrambi, nonostante la differenza di età e di interessi scientifico-culturali, sono diventato ben presto amico, oltre che collega più giovane. Ho un debito enorme di riconoscenza, verso Beppe ed Enzo, mi hanno dato tanto dal punto di vista formativo e culturale, li ho frequentati spesso a cavallo degli anni 80 e 90, del secolo scorso. Di Beppe Russillo ricordo bene il senso mite, pacato, colto, raffinato, dello stare nel mondo ed in particolare nel difficile e complesso mondo universitario, la capacità di leggere e trasferire agli interlocutori il senso critico del reale, i bisogni sociali, educativi e formativi della gente, la difesa accanita e tenace dei diritti.
Elogio della mitezza. Un ricordo del Prof . Beppe Russillo, in Giuseppe Russillo. La vocazione politica della pedagogia. A cura di Marina De Nicolò
Ignazio Grattagliano
2022-01-01
Abstract
Ho accettato con grande piacere e con non poche emozioni, il cortese e dolce invito della collega Prof. Marina De Nicolò, moglie del Prof. Giuseppe Russillo, di fornire un mio contributo, al volume che intende ricordarlo. Ho conosciuto il Prof Russillo, mentre ero ancora studente, negli anni ottanta e viaggiavo su e giù da Roma per formarmi come psicoterapeuta e contestualmente lavoravo, nel settore della riabilitazione psichiatrica e della deistituzionalizzazione dei malati di mente, per un ente del privato sociale. Successivamente, dopo essermi licenziato per contrasti, nella gestione delle strutture intermedie in psichiatria, con la dirigenza dell’ente del privato sociale, da cui ero stato assunto, iniziai a lavorare come “ esperto e consulente ex. Art. 80, presso alcuni Istituti Penitenziari della Regione Puglia. Siamo nel periodo immediatamente successivo alla promulgazione della Legge 180 del 1978 e la nostra conoscenza e poi amicizia fu favorita da un altro importante intellettuale della nostra città e della nostra università, amico e collega di Beppe Russilo, e suo conterraneo, ( entrambi lucani), con cui ho avuto l’onore ed il piacere di collaborare negli anni,e con cui in quegli anni in particolare, collaboravo per alcune ricerche sul campo, e che è scomparso di recente, il Prof. Vincenzo Persichella, docente di sociologia all’Università di Bari. Con entrambi, nonostante la differenza di età e di interessi scientifico-culturali, sono diventato ben presto amico, oltre che collega più giovane. Ho un debito enorme di riconoscenza, verso Beppe ed Enzo, mi hanno dato tanto dal punto di vista formativo e culturale, li ho frequentati spesso a cavallo degli anni 80 e 90, del secolo scorso. Di Beppe Russillo ricordo bene il senso mite, pacato, colto, raffinato, dello stare nel mondo ed in particolare nel difficile e complesso mondo universitario, la capacità di leggere e trasferire agli interlocutori il senso critico del reale, i bisogni sociali, educativi e formativi della gente, la difesa accanita e tenace dei diritti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


