Dall’1 al 4 ottobre 1922, si svolse, a Roma, il XIX congresso del Partito socialista italiano (Psi). Il Psi arrivò all’appuntamento indebolito dalle violenze del “fascismo agrario”, dalla scissione di Livorno, con la nascita del Partito comunista d’Italia (Pcd’I), e dai contrasti che proseguivano fra i riformisti e i massimalisti rimasti nel partito; quest’ultimi, infatti, continuavano ad opporsi a qualsiasi ipotesi di collaborazione governativa con le classi borghesi; un’eventualità, che, invece, i riformisti non escludevano, per cercare di bloccare la svolta reazionaria fascista. Durante il congresso, tuttavia, i massimalisti (in maggioranza nel Consiglio nazionale), tenendo conto delle condizioni imposte da Lenin per l’adesione all’Internazionale comunista, ottennero l’espulsione dei riformisti, accusati di aver affermato nel partito «una tendenza con propria disciplina, allo scopo confessato di condurre il Partito alla collaborazione con la borghesia e all’accettazione delle attuali istituzioni».

I socialisti riformisti dalla scissione alla Repubblica (1922-1947)

Michele Donno
2022-01-01

Abstract

Dall’1 al 4 ottobre 1922, si svolse, a Roma, il XIX congresso del Partito socialista italiano (Psi). Il Psi arrivò all’appuntamento indebolito dalle violenze del “fascismo agrario”, dalla scissione di Livorno, con la nascita del Partito comunista d’Italia (Pcd’I), e dai contrasti che proseguivano fra i riformisti e i massimalisti rimasti nel partito; quest’ultimi, infatti, continuavano ad opporsi a qualsiasi ipotesi di collaborazione governativa con le classi borghesi; un’eventualità, che, invece, i riformisti non escludevano, per cercare di bloccare la svolta reazionaria fascista. Durante il congresso, tuttavia, i massimalisti (in maggioranza nel Consiglio nazionale), tenendo conto delle condizioni imposte da Lenin per l’adesione all’Internazionale comunista, ottennero l’espulsione dei riformisti, accusati di aver affermato nel partito «una tendenza con propria disciplina, allo scopo confessato di condurre il Partito alla collaborazione con la borghesia e all’accettazione delle attuali istituzioni».
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