Un recente studio sulla Biblioteca provinciale di Potenza ha permesso di delineare con una certa chiarezza il modello di funzionamento di una biblioteca pubblica di ente locale in un capoluogo di provincia italiano nella prima metà del Novecento. Le medesime fonti sono servite inoltre a ricostruire la tipologia dei rapporti tra il centro della struttura bibliotecaria italiana affidata allo Stato e quella periferica, costituita dalle biblioteche comunali e provinciali oltre che da quelle governative, in particolare nel periodo successivo all’istituzione delle Soprintendenze bibliografiche (1919) e alla nascita della Direzione generale per le accademie e le biblioteche (1926) in seno al Ministero della pubblica istruzione. Il riferimento è ai lavori più specialistici condotti dai bibliotecari tra le due Guerre mondiali, come quelli svolti per il Centro nazionale di informazioni bibliografiche, istituito nel 1931, che richiedeva notizie per il censimento del patrimonio raro e di pregio delle biblioteche italiane, nonché ai numerosi cataloghi e bibliografie dati alle stampe, alle pubblicazioni promosse dalla commissione Indici e cataloghi delle biblioteche italiane – che riprese i lavori nel 1934 – e alla compilazione dei cataloghi per soggetto. Fino a quel momento l’unico stimolo alla formazione professionale poteva derivare dalla presenza in biblioteca, fin dal primo numero, di «Accademie e biblioteche d’Italia», la rivista fondata nel 1927 come organo ufficiale della già citata Direzione generale, il cui primo direttore fu Francesco Alberto Salvagnini insieme a un comitato direttivo composto da Guido Calcagno, Alfonso Gallo ed Ettore Apollonj, nonché dal caporedattore Guido Arcamone. Edoardo Scardamaglia successe nel ruolo di Salvagnini a partire dal numero di luglio/agosto del 1933, affiancato da Apollonj, Gallo e Luigi De Gregori, oltre che da Arcamone.

«Accademie e biblioteche d’Italia» per la formazione dei bibliotecari italiani tra le due Guerre mondiali: prime considerazioni per l’avvio di una ricerca

Antonella Trombone
2021-01-01

Abstract

Un recente studio sulla Biblioteca provinciale di Potenza ha permesso di delineare con una certa chiarezza il modello di funzionamento di una biblioteca pubblica di ente locale in un capoluogo di provincia italiano nella prima metà del Novecento. Le medesime fonti sono servite inoltre a ricostruire la tipologia dei rapporti tra il centro della struttura bibliotecaria italiana affidata allo Stato e quella periferica, costituita dalle biblioteche comunali e provinciali oltre che da quelle governative, in particolare nel periodo successivo all’istituzione delle Soprintendenze bibliografiche (1919) e alla nascita della Direzione generale per le accademie e le biblioteche (1926) in seno al Ministero della pubblica istruzione. Il riferimento è ai lavori più specialistici condotti dai bibliotecari tra le due Guerre mondiali, come quelli svolti per il Centro nazionale di informazioni bibliografiche, istituito nel 1931, che richiedeva notizie per il censimento del patrimonio raro e di pregio delle biblioteche italiane, nonché ai numerosi cataloghi e bibliografie dati alle stampe, alle pubblicazioni promosse dalla commissione Indici e cataloghi delle biblioteche italiane – che riprese i lavori nel 1934 – e alla compilazione dei cataloghi per soggetto. Fino a quel momento l’unico stimolo alla formazione professionale poteva derivare dalla presenza in biblioteca, fin dal primo numero, di «Accademie e biblioteche d’Italia», la rivista fondata nel 1927 come organo ufficiale della già citata Direzione generale, il cui primo direttore fu Francesco Alberto Salvagnini insieme a un comitato direttivo composto da Guido Calcagno, Alfonso Gallo ed Ettore Apollonj, nonché dal caporedattore Guido Arcamone. Edoardo Scardamaglia successe nel ruolo di Salvagnini a partire dal numero di luglio/agosto del 1933, affiancato da Apollonj, Gallo e Luigi De Gregori, oltre che da Arcamone.
2021
978-88-7812-333-5
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