L’anno 2020, come altri del nostro passato, sarà a lungo ricordato per aver sconvolto la vita del mondo intero e probabilmente molti di noi non riusciranno a rivivere quella normalità che aveva caratterizzato le nostre esistenze prima della comparsa del Covid 19. La necessità di dover reagire all’aggressione del virus, oltre ad aver creato una compatta e universale attivazione del mondo scientifico, ha attivato quell’umanità che è la prima e fondamentale caratteristica dell’Uomo, basti pensare al sacrificio del personale sanitario, ai tanti volontari che si sono prodigati per l’Altro, per i bisognosi, per i deboli. In questo periodo una cosa abbiamo riscoperto: nessuno può farcela da solo, nessuno si salva da solo. Abbiamo riscoperto il valore della solidarietà, cos’è la democrazia, cosa significhi essere responsabili e, speriamo, abbiamo capito che non possiamo perdere l’occasione di ricollocare al centro di tutto il bene dell’uomo e della collettività. Ma non possiamo lasciare che sia il caso a decidere, perché così rischiamo di vanificare il sacrificio e il lavoro di tanti; occorre analisi, studio, progettazione e programmazione e, fondamentale, serve un’azione educativa efficace e costante. Servono individui capaci di vedere i problemi delle persone e capaci di trovarne le soluzioni, e servono individui capaci di educare le persone al rispetto dell’altro e alla consapevolezza che il bene della persona si realizza con il bene collettivo. Ecco quindi che riacquistano importanza due scienze, entrambe centrate sull’uomo: la Politica e la Pedagogia. Autonome l’una rispetto all’altra, con strumenti e metodi propri, ma ispirate l’una dall’altra. Grazie alla loro azione, forse, potremo vincere la difficile sfida che ci deve vedere impegnati nella ricostruzione di società equilibrate e rispettose del mondo che popolano.
Pedagogia e politica: prospettive di ricerca
Rubini Antonia
2021-01-01
Abstract
L’anno 2020, come altri del nostro passato, sarà a lungo ricordato per aver sconvolto la vita del mondo intero e probabilmente molti di noi non riusciranno a rivivere quella normalità che aveva caratterizzato le nostre esistenze prima della comparsa del Covid 19. La necessità di dover reagire all’aggressione del virus, oltre ad aver creato una compatta e universale attivazione del mondo scientifico, ha attivato quell’umanità che è la prima e fondamentale caratteristica dell’Uomo, basti pensare al sacrificio del personale sanitario, ai tanti volontari che si sono prodigati per l’Altro, per i bisognosi, per i deboli. In questo periodo una cosa abbiamo riscoperto: nessuno può farcela da solo, nessuno si salva da solo. Abbiamo riscoperto il valore della solidarietà, cos’è la democrazia, cosa significhi essere responsabili e, speriamo, abbiamo capito che non possiamo perdere l’occasione di ricollocare al centro di tutto il bene dell’uomo e della collettività. Ma non possiamo lasciare che sia il caso a decidere, perché così rischiamo di vanificare il sacrificio e il lavoro di tanti; occorre analisi, studio, progettazione e programmazione e, fondamentale, serve un’azione educativa efficace e costante. Servono individui capaci di vedere i problemi delle persone e capaci di trovarne le soluzioni, e servono individui capaci di educare le persone al rispetto dell’altro e alla consapevolezza che il bene della persona si realizza con il bene collettivo. Ecco quindi che riacquistano importanza due scienze, entrambe centrate sull’uomo: la Politica e la Pedagogia. Autonome l’una rispetto all’altra, con strumenti e metodi propri, ma ispirate l’una dall’altra. Grazie alla loro azione, forse, potremo vincere la difficile sfida che ci deve vedere impegnati nella ricostruzione di società equilibrate e rispettose del mondo che popolano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.