The paper deals with the agreements between Italy and some African States (Niger, Sudan, Tunisia) on cooperation in the field of defense and the fight against criminal networks, which are aimed at reducing irregular migration flows towards Italian coasts. The work, first, ascertains that they perfectly fit in a more significant and growing EU strategy of “externalization” of migration controls, currently strengthened by the EU New Pact on Migration and Asylum. Then, it investigates whether and to what extent Italy can be held responsible under international law for human rights violations against migrants when it implements such agreements, taking into account the European Court of Human Rights and Human Rights Committee case-law. Finally, the paper verifies whether the migration control strategies pursued through these agreements are in contrast with Italian and EU partnership and development policies, as they should support socio-economic development and the promotion of human rights as well.

Il lavoro si occupa di vagliare la conformità degli accordi di cooperazione in materia di difesa o lotta contro la criminalità, stipulati dall’Italia con numerosi Paesi africani con l’intento di realizzare un contenimento dei flussi migratori, rispetto alle politiche europee di esternalizzazione delle frontiere, da ultimo ribadite nel Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Esaminate le disposizioni del Nuovo Patto pertinenti, si ha specifico riguardo agli accordi col Niger, il Sudan e la Tunisia. In particolare, sono analizzati i profili di responsabilità internazionale dell’Italia nei casi in cui l’attuazione dei suddetti accordi determini una violazione dei diritti umani fondamentali dei migranti, anche alla luce della recente giurisprudenza della Comitato dei diritti umani del Patto sui diritti civili e politici e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Quindi, viene considerato l’eventuale contrasto tra la finalità di controllo delle migrazioni, così come è concretamente attuata, e gli obiettivi delle politiche di partenariato e cooperazione allo sviluppo dell’Italia e della stessa UE, che mirano al rilancio dello sviluppo non solo economico, bensì volto anzitutto alla promozione dei diritti umani nei Paesi beneficiari.

Esternalizzazione delle frontiere nel nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo e accordi di “cooperazione” con i Paesi africani stipulati dall’Italia

Egeria Nalin
2022-01-01

Abstract

The paper deals with the agreements between Italy and some African States (Niger, Sudan, Tunisia) on cooperation in the field of defense and the fight against criminal networks, which are aimed at reducing irregular migration flows towards Italian coasts. The work, first, ascertains that they perfectly fit in a more significant and growing EU strategy of “externalization” of migration controls, currently strengthened by the EU New Pact on Migration and Asylum. Then, it investigates whether and to what extent Italy can be held responsible under international law for human rights violations against migrants when it implements such agreements, taking into account the European Court of Human Rights and Human Rights Committee case-law. Finally, the paper verifies whether the migration control strategies pursued through these agreements are in contrast with Italian and EU partnership and development policies, as they should support socio-economic development and the promotion of human rights as well.
2022
979-12-5976-263-4
Il lavoro si occupa di vagliare la conformità degli accordi di cooperazione in materia di difesa o lotta contro la criminalità, stipulati dall’Italia con numerosi Paesi africani con l’intento di realizzare un contenimento dei flussi migratori, rispetto alle politiche europee di esternalizzazione delle frontiere, da ultimo ribadite nel Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Esaminate le disposizioni del Nuovo Patto pertinenti, si ha specifico riguardo agli accordi col Niger, il Sudan e la Tunisia. In particolare, sono analizzati i profili di responsabilità internazionale dell’Italia nei casi in cui l’attuazione dei suddetti accordi determini una violazione dei diritti umani fondamentali dei migranti, anche alla luce della recente giurisprudenza della Comitato dei diritti umani del Patto sui diritti civili e politici e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Quindi, viene considerato l’eventuale contrasto tra la finalità di controllo delle migrazioni, così come è concretamente attuata, e gli obiettivi delle politiche di partenariato e cooperazione allo sviluppo dell’Italia e della stessa UE, che mirano al rilancio dello sviluppo non solo economico, bensì volto anzitutto alla promozione dei diritti umani nei Paesi beneficiari.
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