Il garofano della ‘pia mulier’. Alterità e santità in Maria Manca (1571-1668), in «Spazi e tempi dell’Alterità»

Maria Manca was born in 1571 in Squinzano (Lecce): the priest don Mauro Paticchio (1718-1791) wrote her biography , untitled Brief Summary of Maria Manca’s life (1769); there were also notable writings about her by the poet F. Morelli (1878-1965), and by the writer Carluccio (2013). Paticchio captures the double maternity and widowhood of the Pia Mulier Maria Manca. After the marriage with her second husband Lupo Chrysostom, Maria fell into depression; the reason why she yelded to Lupo’advances seems to be due to the potion of a macàro, a sorcerer commissioned by the same Lupo, who then repented and died in 1616. She suffered many pains; on 21st October 1618 the Virgin Mary appeared to her: the Lord’s Mother handed Pia Mulier a red gillyflower to offer to her Son at the SS. Crucifix in Galatone Church. The Pia Maria offered the red gillyflower to the Crucifix and got deliverance from her evils; she built the Church of the Annunciation and in aura of holiness died at the age of 97 (1668). In the seventeenth century hagiography seemed to free itself from myth to go back to history; but the prophetic-civil function of women in aura of holiness was inhibited, as it was considered dangerous. The erotic relationship with Lupo perhaps blocked her canonical trial. The construction of Annunciation church became the symbol of change: she initiated new social relations as a revision of hierarchies, towards a true self inspired by the Crucifix. Pia Mulier took care of the Other People as an aid towards the fullness of being: the Good seemed to announce itself with the sense of the ethical relationship, whereby responsibility preceded freedom. The gillyflower was the sign of that donation, from Mother to Son: the self of Maria Manca became subjectivity of relationship as proximity summoned by the Infinite.

Maria Manca nacque nel 1571 a Squinzano di Lecce; la sua biografia si deve al concittadino don Mauro Paticchio (1718-1791), con il Brieve ristretto della vita di Maria Manca (1769), ma notevoli furono poi F. Morelli (1878-1965), poeta in lingua e dialetto, e A. Carluccio (2013) con 'L’eredità di Maria Manca'. Paticchio coglie la duplice maternità e la vedovanza della Pia Mulier; cruciale il momento in cui con tale Lupo Crisostomo convolò a seconde nozze. Morto il figlio Antonio, Maria cadde in depressione; il cedimento a Lupo pare fosse dovuto alla pozione di un macàro, uno stregone incaricato dal Crisostomo che, pentito, morì nel 1616. Maria sopportò sofferenze e avversità; ma il 21 ottobre 1618 le apparve la Madonna, che le porse un garofano rosso perché lo offrisse a suo Figlio presso il SS. Crocefisso di Galatone. Così avvenne: la Pia Maria offrì al Crocifisso il garofano e ottenne la liberazione dai suoi mali; costruì la Chiesa dell’Annunziata e in aura di santità a 97 anni morì (1668). Nel pieno Seicento l’agiografia pareva liberarsi dal mito, per tornare alla storia; ma la funzione profetico-civile di donne in odore di santità fu frenata, perché ritenuta pericolosa. La vicenda dell’eros in rapporto al Lupo forse bloccò il processo canonico della Pia Mulier. Centrale è nella Manca l’offerta di sé e la costruzione del simbolo-chiesa, per cui avviare relazioni sociali come revisione di gerarchie sociali, verso un vero dell’io ispirato dal Crocefisso tramite la Vergine. La Pia Mulier si curava dell’Altro come aiuto verso la pienezza: il Bene si annunciava con il senso della relazione etica, per cui la responsabilità precedeva la libertà. Il garofano era segno di tale donazione, con il passaggio dalla Madre al Figlio: l’io di Maria Manca diveniva soggettività di relazione come prossimità convocata dall’Infinito.