Il lavoro intende affrontare il problema del rapporto tra le difficili relazioni di Costantino con i Persiani e l’invasione dei barbari sul Danubio del 328 d.C., da un lato, e la organica riforma costantiniana della carica del prefetto del pretorio, dall’altro. Si tratta di un tema oscuro, sul quale, eccezion fatta per gli studi storici di Pierfrancesco Porena e Timothy Barnes, non mi risulta che a oggi siano state scritte pagine specifiche. Quanto ai rapporti tra l’imperatore e i Persiani, fondamentale si è rivelata l’analisi di alcune tarde testimonianze dell’XI e XII secolo (Michele il Siro e Giorgio Cedreno), che forniscono rilevanti indizi sulle ragioni dell’istituzione da parte di Costantino di un quinto prefetto del pretorio per l’Oriente intorno al 326 d.C. Il ristretto lasso temporale intercorrente tra l’invasione dei Taifali del 328 d.C. lungo il limes danubiano e la riforma in parola, ma soprattutto l’esame di alcune ulteriori fonti storiografiche bizantine conducono, poi, con le dovute cautele a ritenere che un legame tra i due avvenimenti sia realmente sussistito. Proprio al fine di chiarire la questione, diviene opportuno comprendere in che termini la privazione di ogni funzione militare del prefetto del pretorio, nonché la contestuale creazione di nuovi organi che tali compiti furono dal quel momento in poi chiamati a svolgere, siano state determinate da esigenze del tutto contingenti, quali i problemi che i barbari stavano creando sul confine danubiano e su quello orientale. Fondamentale ai fini dell’indagine sembra l’esplorazione dell’assai poco battuto campo delle fonti non strettamente normative, che in ordine all’argomento in questione sono le uniche in grado di offrirci qualche preziosa indicazione; esse, già a prima vista, pare che consentano di formulare un’ipotesi: la riforma del prefetto del pretorio, seppur originata da esigenze temporanee, rese l’organo, anche in conseguenza della sottrazione delle funzioni militari, la più alta carica civile dotata di giurisdizione oltre che di rilevanti competenze in ambito fiscale.

Costantino, i barbari e la riforma della prefettura del pretorio

Filippo Bonin
2016-01-01

Abstract

Il lavoro intende affrontare il problema del rapporto tra le difficili relazioni di Costantino con i Persiani e l’invasione dei barbari sul Danubio del 328 d.C., da un lato, e la organica riforma costantiniana della carica del prefetto del pretorio, dall’altro. Si tratta di un tema oscuro, sul quale, eccezion fatta per gli studi storici di Pierfrancesco Porena e Timothy Barnes, non mi risulta che a oggi siano state scritte pagine specifiche. Quanto ai rapporti tra l’imperatore e i Persiani, fondamentale si è rivelata l’analisi di alcune tarde testimonianze dell’XI e XII secolo (Michele il Siro e Giorgio Cedreno), che forniscono rilevanti indizi sulle ragioni dell’istituzione da parte di Costantino di un quinto prefetto del pretorio per l’Oriente intorno al 326 d.C. Il ristretto lasso temporale intercorrente tra l’invasione dei Taifali del 328 d.C. lungo il limes danubiano e la riforma in parola, ma soprattutto l’esame di alcune ulteriori fonti storiografiche bizantine conducono, poi, con le dovute cautele a ritenere che un legame tra i due avvenimenti sia realmente sussistito. Proprio al fine di chiarire la questione, diviene opportuno comprendere in che termini la privazione di ogni funzione militare del prefetto del pretorio, nonché la contestuale creazione di nuovi organi che tali compiti furono dal quel momento in poi chiamati a svolgere, siano state determinate da esigenze del tutto contingenti, quali i problemi che i barbari stavano creando sul confine danubiano e su quello orientale. Fondamentale ai fini dell’indagine sembra l’esplorazione dell’assai poco battuto campo delle fonti non strettamente normative, che in ordine all’argomento in questione sono le uniche in grado di offrirci qualche preziosa indicazione; esse, già a prima vista, pare che consentano di formulare un’ipotesi: la riforma del prefetto del pretorio, seppur originata da esigenze temporanee, rese l’organo, anche in conseguenza della sottrazione delle funzioni militari, la più alta carica civile dotata di giurisdizione oltre che di rilevanti competenze in ambito fiscale.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/403039
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact